Nei mari sconosciuti
quelli che con te non vidi mai
con acqua salata
lambirò le mie ferite
berrò alla fonte amara
del tuo inverno
acqua di ghiaccio
a togliermi la sete.

Appesa alle lancette
del tuo tempo
quando il tuo tempo si allontanò
dal mio
ho fermato i battiti
del cuore ho congelato
il respiro dentro il petto.

Statua di marmo, immobile,
in attesa levigherò parole
a consolarmi dall’indaco
che piansi dai tuoi occhi
dove mi vidi
crisalide di neve.

Aspetterò i giorni del disgelo
o muterò farfalla liberata…

Febbraio 2006

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LA GOCCIA SECCA

Su altari d’innocenza bruciai veli
e nastri azzurri nati da un destino
che scelse l’illusione alla ferita
di vivere nei suoi toni pastello-

Una notte dipinsi il rosso e il nero
l’odio, l’ombra il fuoco la passione
abbandonai vernici color rosa
mi travolse la vita che aspettavo.

Vagai così da sola in mari aperti
mi ritrovai nel buio senza lune
non cercai più riparo di scogliere
e sopravvissi all’inganno dei colori.

Sotto un ombrello a riparar la goccia
di pioggia secca inutile di uomo.

Maggio 2006

Maria Vittoria Catapano

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