Così come fu decisivo Giovanni Paolo II per la caduta del muro di Berlino e la fine del blocco comunista, oggi diviene decisiva la mediazione di papa Francesco per la fine dell’embargo cinquantennale su Cuba e il ripristino delle normali relazioni tra Usa e Cuba.
E certamente non è un caso che ciò avvenga proprio nel giorno del compleanno di Bergoglio che ieri ha compiuto 78 anni. Sia Obama che Castro hanno peraltro ringraziato il pontefice per la lunga e sino ad oggi segretissima attività diplomatica.
Cuba-Usa, il giorno della svolta. Obama: “Embargo superato, inizia un nuovo capitolo”
Qui i ringraziamenti a Francesco:
Obama e Castro ringraziano Papa Francesco – Repubblica Tv
OBAMA AND CASTRO THANK POPE FRANCIS (STAMPA ESTERA)
Piccola selezione di alcune delle più importanti testate giornalistiche del mondo che rendono tributo al Papa riconoscendone la centralità del ruolo nella conclusione positiva degli accordi per il ripristino delle normali relazioni tra Usa e Cuba. A partire dal “Pope Francis played a critical role behind the scenes” (il Papa ha giocato un ruolo cruciale dietro le quinte) sottolineato dal Times di Londra che peraltro titola l’articolo in modo inequivocabile: “Pope played major role in secret talks” (il Papa ha svolto il ruolo principale nei colloqui segreti). Sullo stesso tenore l’articolo di El Pais, il più importante quotidiano di Spagna, che titola: “Il Papa e il Vaticano, chiavi nelle relazioni di Cuba con gli Stati Uniti”, e via via tutti gli altri (impossibile linkarli tutti. Allego solo alcuni dei maggiori articoli anglofoni e ispanici).
Se poi vogliamo aggiungere un po’ di pepe ai fatti posso ricordarvi che Francesco non è l’unico gesuita di questa storia. Lo è anche, per formazione scolastica, Fidel Castro, che com’è noto ha studiato in un istituto gesuita, e lo stesso dicasi per otto componenti del vertice della Casa Bianca, a partire dal vice presidente Joe Biden e dal ministro (segretario) della Difesa nonché ex capo della CIA Leon Panetta (peraltro anche il suo predecessore alla Difesa, Robert Gates, era gesuita) per arrivare al capo di Gabinetto della Casa Bianca William Daley, solo per citare i più importanti. Per quel che riguarda Obama, se da una parte non risulta che abbia mai partecipato a seminari o centri studio gesuiti, dall’altra passa per essere una sorta di “pre-gesuita”. Com’è noto, infatti, è ormai convertito al Cattolicesimo (il che ne farebbe il secondo presidente cattolico, dopo Kennedy) e secondo alcuni giornali starebbe solo attendendo la fine del suo mandato presidenziale per abbracciare ufficialmente la religione, facendosi battezzare, forse dallo stesso Bergoglio (in questo senso, dunque “pre-gesuita”). Un percorso simile a quello dell’ex premier inglese Tony Blair che è diventato “ufficialmente” cattolico solo dopo aver lasciato Downing Street.
Piccola curiosità finale: erano di formazione gesuita anche gli ultimi presidenti americani Bush e Clinton (più indietro non vado). E se vogliamo dirla tutta, anche il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy, il capo della Banca Centrale Europea Mario Draghi, l’attuale presidente del Consiglio Matteo Renzi, l’ex presidente del Consiglio italiano Mario Monti…
Wanda Montanelli
THE TIMES
http://thetim.es/13grIOA
BBC
http://bbc.in/1zsZ3mi
http://bbc.in/1wI6V27
THE GUARDIAN
http://bit.ly/16tsCsW
THE TELEGRAPH
http://bit.ly/16vPPeh
THE WASHINGTON POST
http://wapo.st/1zzZOZB
THE NEW YORK TIMES
http://nyti.ms/1wHOmLA
EL PAIS
http://bit.ly/1uWGpwE
GRANMA DE CUBA
http://bit.ly/13cwUme
EL MUNDO
http://mun.do/1BZ4dph
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