di Nicoletta Castagni
(ANSA) – ROMA, 18 FEB – Scatti arrabbiati, foto ironiche, video agghiaccianti, performance ad alto tasso di provocazione: e’ l’avanguardia femminista degli anni ’70, in mostra per la prima volta da domani a Roma, alla Galleria Nazionale d’ Arte Moderna. Esposte oltre 200 opere di 17 artiste di fama internazionale, che hanno svolto un indiscusso ruolo precursore nella produzione artistica degli ultimi 40 anni. L’ importante esposizione, presentata oggi alla stampa, allestisce la bellissima raccolta della Sammlung Verbund di Vienna, una collezione di impresa avviata nel 2004 e ora in grado di documentare il movimento che piu’ di ogni altro ha influenzato lo sviluppo dell’ arte post-moderna. ”Si tratta di una collezione di interesse straordinario”, ha detto Angelandreina Rorro, curatrice della rassegna con Gabriele Schor, che insieme hanno voluto sottolineare la funzione
dirompente di questo gruppo di donne appassionate nei linguaggi dell’ arte.
Avanguardie, appunto, che hanno cercato modalita’ espressive lontane da una tradizione, quella artistica, inesorabilmente dominata dall’ uomo. Ad accomunarle e’ prima di tutto il rifiuto della pittura, ha spiegato la Schor, individuando nella fotografia e nei video i principali strumenti per dare voce alla loro ribellione. Al rifiuto di un’ immagine della donna che nelle arti visive ha sempre corrisposto alla proiezione delle fantasie maschili di una bellezza e di una perfezione lontane dal mondo reale. Negli scatti in bianco e nero di una giovane Cindy Sherman o di Renate Bertlman si persegue prepotentemente (e spesso ironicamente) una nuova affermazione di se’, mentre contro i dettami estetici di un mondo maschile prende finalmente corpo un’ identita’ femminile del tutto autentica. Lo raccontano i video di Martha Rosler, in cui diventa palpitante l’ aggressivita’ sempre celata dietro i gesti di vita quotidiana o gli autoritratti di Suzy Lake, abbelliti dai ritagli di riviste di moda o gli happening spiazzanti di Valie Export, provocatori, sfacciati, coraggiosi. Ma anche livelli piu’ complessi di espressione, come la sequenza fotografica di strappi nelle tele (con uno sguardo all’ opera di Fontana) di Helena Almeida, le suggestioni surrealiste della grande Francesca Woodman, le straordinarie poesie visive dell’ italiana Ketty La Rocca, che amava dire: ” Ho tutti i difetti delle donne, senza averne le qualita”’.
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