Gregwati: Stato non lo riconosce e devo andare in clandestinità
Roma, 22 gen. (APCom) – “L’intervista di Baha Gregwati al Tg1 è gravissima”: è il commento di Dacia Valent, responsabile della Islamic Anti-Defamation League (Iadl), alle dichiarazioni favorevoli alla poligamia rilasciate ieri sera da Mohamed Baha’el-Din Ghrewati, siriano, 56 anni, esponente dell’Ucoii (Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia). “Vivere islamicamente non vuol dire importare tradizioni arabe in Italia. Se lo dimentichino i Ghregwati e quelli come lui, di qualsiasi nazionalità siano”, afferma Valent. “Così – prosegue – smentisce il lavoro certosino di tessitura interreligiosa fatto, soprattutto dalle nuove leve dell’Ucoii come ad esempio Ezzedine El Zir, l’imam fiorentino, nuovo portavoce dell`organizzazione, per trovare la via italiana l’Islam in Italia secondo le parole del Profeta, che ha detto: ‘Adattatevi ai costumi locali e fateli vostri quando non siano in conflitto con ciò che Allah vi chiede’”.
Nell’intervista di ieri sera, Gregwati, siriano residente a Milano, neuropsichiatra e omeopata, ha affermato che “in Italia non si può avere più mogli perché non è legale. Magari se la legge italiana accetta la poligamia così risolve tanti problemi di milioni di persone, non migliaia. Per esempio mi fa piacere avere quattro mogli, ma il governo non lo permette. E allora cosa faccio? Devo andare in clandestinità. Ma questo non è giusto”. Alla giornalista che le domandava se la poligamia non sia lesiva della dignità delle donne, l’esponente dell’Ucoii ha risposto: “Poligamia vuol dire salvare la donna dalla fregatura dell’uomo. Tu lavori, fai l’amore con lei la devi tenere. Lui (l’uomo, ndr.), mediante la sua coscienza e conoscenza, va alnotaio e divide il suo patrimonio a quattro mogli in modo giusto, così va al giorno del giudizio e Dio non lo punisce”.
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