Staffetta Udi contro la violenza

Cronaca di un giorno molto particolare

Il primo ricordo è legato al freddo. Sveglia alle prime ore del mattino. E la mattina del 24 novembre è decisamente fresca:1 grado! Quando mai! A parte il fatto della sveglia notturna, non sono abituata a temperature così basse a Soleto, la piccola città del Salento dove vivo.
Ma poco importa, mi dico battendo i denti: sto andando a Niscemi, finalmente.
Per raggiungere la Sicilia, devo prendere un volo per… Roma.
Un volo decente Brindisi/Catania non esiste, di treni ne dovrei cambiare almeno quattro, un pullman notturno? Macchè!
Sorvolo (!) sullo stato dei nostri trasporti solo al pensiero delle donne che incontrerò a Fiumicino: Pina Nuzzo e Fabiola Pala. Le mie due straordinarie compagne di avventura. La prima è la Presidente dell’Udi, la seconda è la mia “collega”, come ci diciamo tra noi quando abbiamo voglia di sorridere tra un impegno e l’altro.
Già, perché la Sede nazionale dell’Udi nell’ultima Assemblea ci ha nominate PortaStaffetta Nazionali! Un immenso onore e una grande responsabilità per me che sono nell’Udi da appena tre anni. Se solo ci penso a quel 2005 nel quale incontrai per la prima volta una donna dell’Udi in un corso di formazione.
Ho tempo a disposizione, prima di incontrare Pina e Fabiola in aeroporto.
E questi tre anni così intensi e decisivi per la mia vita, mi scorrono nella mente come un film. Un film fatto di tante cose reali come la mia stessa vita, eppure pieno di fascino e incognite come solo un film avventuroso può essere.
E adesso questa nuova puntata. Questa tappa attesa, preparata, curata.
Dai ricordi passo quasi di corsa al presente e al futuro prossimo.
Come sarà per me questo 25 novembre, ora che è arrivato?
Sono emozionata, ansiosa, spaventata, orgogliosa.
Un miscuglio di emozioni mi attraversa e agita, dove è l’orgoglio a dare ordine e misura.
La prima ad arrivare è Fabiola, la vedo subito tutta sorridente.
Ci abbracciamo, quasi non ci sembra vero che finalmente ci siamo, il giorno è arrivato, dopo tutti questi mesi di lavoro. La mia ansia la contagia subito: ma Pina dov’è? quando arriva?
Proprio mentre diamo la stura alle nostre ansie più assurde, arriva un sms: è all’entrata dell’aereoporto.
La vedo da lontano, è lei sì. E ce l’ha. Già, proprio come me lo ha descritto Fabiola.
Parlo del trolley che Pina si tira dietro: è proprio bello, rosso fiammante. E qui mi sento per un attimo proprio in un film, di quelli con l’agente segreto che porta il prezioso contenuto in una piccola cassaforte e attraversa l’ingresso di un aeroporto…
Il trolley è di quelli rigidi, con una custodia all’interno preparata con cura, per evitare e sopportare tutti gli urti possibili. Perché dentro c’è la nostra testimone, l’Anfora.
Dopo il saluto a Pina, la prima cosa che faccio è una carezza a quel rosso.
Se qualcuno dei frettolosi passeggeri avrà notato il mio gesto, chissà cosa può aver pensato!
Bene, ci siamo. L’altoparlante ci annuncia il ritardo del nostro volo. No problem. Mai un ritardo ci ha dato così poco fastidio come in questo caso: ci parliamo, scambiamo le ultime informazioni, le adesioni dell’ultima ora, ci raccontiamo le impressioni, definiamo gli ultimi dettagli. Siamo tranquille, finalmente. Un’altra volta ancora l’effetto Nuzzo si fa sentire.
Appena tre giorni prima, a Roma nella Conferenza stampa l’avevo salutata con qualche apprensione, perché aveva quasi del tutto perso la voce. E ora, ancora una volta è lei a darci la carica. Sull’aereo quasi mi addormento.
Arrivate a Catania, la prima cosa che faccio è spararmi un arancino siciliano doc. Troppo buono! L’aria è calda, sa di mare, profumata. Sono emozionatissima e non sento più la stanchezza.
Grazia e Giovanna ci portano a fare un giro per la città.
Ho perfino la testa per fare acquisti: cannoli e dolcetti di pasta reale!
Poi, l’autobus.
Fino alla Staffetta non sapevo neanche dove fosse Niscemi. O meglio, prima di Lorena.
E durante il nostro lavoro preparatorio avrò scritto tante di quelle volte “Niscemi” che quasi era diventato un logo.
Ora questo autobus me la fa trovare davanti, quasi all’improvviso: Niscemi, un paesino come tanti del nostro Sud. Niscemi, centro e motore scelto dall’Udi per cominciare questo viaggio.
Per dire che Lorena, Hina Aisha siamo noi.
Eccolo Niscemi, gruppo di case aggrappate su un cucuzzolo. Case e strade. Infine, la Scuola. Penso sempre a Lorena, non riesco a fare altro. Me la immagino camminare per quelle strade, andare a scuola, parlare con alcuni coetanei. E poi…
Penso ai suoi passi, ho davanti il suo sguardo, quello ripetuto in mille e mille foto su tanti giornali. Lorena.
Sono le 9 di martedì 25 novembre 2008, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, inizio della Staffetta dell’Udi.
L’Istituto Leonardo da Vinci, la scuola di Lorena, è quasi già presa d’assedio.
Eravamo preparate, ce lo aspettavamo. In fondo, avevamo lavorato sodo anche per questo.
Ci sono già tante donne arrivate con i bus. Vedo sventolare le bandiere dell’Udi.
E giornalisti, tv, con tutto l’arredo al seguito.
E naturalmente ragazze, ragazzi. Molti di loro hanno facce stupite e incuriosite.
Subito mi avvicino a due ragazzine. Dai loro volti traspare curiosità e timidezza.
Inizio a parlare quasi di corsa, alcune non hanno capito bene cosa sta succedendo, cosa succederà. Dico loro che saranno testimoni di un evento nazionale. Dico che tante donne hanno deciso di andare proprio da loro, a Niscemi, quel giorno. E che in quello stesso giorno, tante donne in Italia saranno idealmente con noi, a Niscemi. Parlo e cammino. Cammino e parlo. Con chi mi è accanto e con chi ci viene incontro.
Inizia la parte ufficiale. La sala è preparata. Fiori, grande schermo. E tante tante donne.
La nostra Anfora viene posta sul tavolo, al centro. Come Pina, e ai suoi lati Fabiola ed io.
Apre il vicepreside, che ha letto tutto ma dico tutto quello che c’era da leggere sul sito dell’Udi. Poi, Pina con le sue parole pacate e decise.
Femminicidio. Violenza sessuata. Parole mai sentite prima, risuonano nel silenzio e nell’attenzione assoluta di una sala gremita, molti i posti in piedi.
“E’ arrivato il tempo di prendere in mano le nostre vite, per questo, io che appartengo alla generazione che ha lottato per conquistare nuovi diritti e per ottenere nuove leggi, passo simbolicamente la nostra testimone e consegno l’Anfora ad altre generazioni di donne, a Fabiola Pala ed Enza Miceli, che a loro volta la passeranno a due donne dell’Udi di Niscemi.”
Dire emozionata è dire poco a questo punto. Mi sembrano secondi e mi sembrano secoli. Di parole. Di vite. Nelle nostre mani. In un momento di fortissima intensità, passiamo l’Anfora a Laura e a Valeria e insieme leggiamo le parole che l’Udi ha deciso di donarsi in questa giornata, diamo voce alle parole che Adrienne Rich ha scritto più di trent’anni fa.
Segue un dibattito ugualmente intenso e attento.
Certo, e non mi meraviglia, le studenti più giovani non si espongono apertamente, affidano i propri pensieri ai biglietti che mettono timidamente nell’Anfora.
Questo è il momento che mi è rimasto dentro più di tutti, il gesto di queste giovani donne.
Una condizione, un preludio, una speranza: quella di dare voce a chi non ha ancora avuto il coraggio e la forza di farlo a viso scoperto.
Per questo oggi siamo qui. Per questo domani e per un anno andremo nei più piccoli paesi con la nostra Anfora. Per questo. Se, come a Niscemi, ci saranno anche le tv ad attenderci, noi saremo contente, ma il nostro primo sguardo è per le donne, per ogni donna che ci verrà incontro, anche fosse soltanto per chiederci: ma che sta succedendo?

Enza Miceli
novembre/dicembre 2008

DA FILO DI ARIANNA DI AVELLINO
Riscontro volentieri a nome dell’associazione la vs richiesta.

Qui abbiamo coinvolto la Presidente e le ragazze della squadra di calcetto femminile Talea ed il Coni presso la loro tendastruttura inserito nel campetto sportivo della città. Abbiamo rilasciato interviste alle Tv e giornali locali chiarendo i motivi della nostra adesione alla staffetta informando che verso la fine di febbraio l’Anfora sarà da noi e che per l’occasione prepareremo iniziative idonee.
L’avvenimento è stato pubblicato in sintesi dai giornali intervenuti (Corriere dell’Irpinia, Ottopagine e Mattino pagina di Avellino) e le interviste sono andate sinteticamente in onda. Certamente la giornata era caratterizzata da altre iniziative in città e in provincia e pertanto il coro di voci ha prodotto l’effetto di una buona sensibilizzazione, anche se ovviamente per noi avrebbe meritato maggiore coinvolgimento sulle prime pagine.
Inoltre all’iniziativa presso il Coni abbiamo avuto la presenza dei familiari di Antonella Russo, la ragazza uccisa più di un anno fa a Solofra (Av) dal convivente maltrattore della madre di Antonella perchè la riteneva responsabile dell’abbandonato.
Il Coni ha rilasciato alla madre e alla sorella una targa in suo ricordo con inciso “Il Coni contro la Violenza sulle donne” e a noi le ragazze della squadra hanno rilasciato il loro drappo sportivo in segno di riconoscimento per il nostro impegno contro la violenza sulle donne.
Andremo avanti con determinazione e convinzione.
Buon lavoro a tutte le donne d’Italia,

Oriana Costanzi

DA ORSARA DI PUGLIA

Il 27 novembre 2008, con due giorni di ritardo per impegni improrogabili di una parte delle organizzatrici, ha avuto luogo ad Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, nella sede della locale Chiesa Evangelica Valdese, la presentazione dell’iniziativa STOP AL FEMMINICIDIO. LORENA E HINA SIAMO TUTTE NOI.
Hanno preso parte all’evento una quindicina di donne (ricordo che Orsara è un paesino di circa 3000 abitanti, la maggior parte dei quali molto anziani).
Dal dibattito che è seguito alla lettura delle riflessioni scritte da Adrienne Rich , è emersa la necessità di riscoprire le donne del passato, il loro potere, la loro forza , le loro capacità; di riscrivere la storia, anche quella locale, come se le donne contassero.
Dato che i libri di storia vengono scritti dai ceti dominanti, dagli oppressori e per questo sono stati esclusi tutte le persone marginali, quelli che per un motivo o per un altro non contano, come i popoli indigeni e per l’appunto le donne. Si è avvertita anche la necessità di indagare le forme del linguaggio, che sembra venga usato, da libri,quotidiani , mondo dell’informazione e accademico, ma anche nella vita di tutti i giorni, in modo neutrale e inclusivo. In realtà il linguaggio quotidiano essendo tutto declinato al maschile di fatto non include ma esclude le donne, le ignora, come se queste non esistessero e quindi offre un grande aiuto alla perpetuazione del pensiero e delle strutture patriarcali.
I problemi principali sono stati ravvisati nella difficoltà di coinvolgere le ragazze nelle diverse iniziative e di riuscire a coinvolgere nella partecipazione le ragazze e le donne che subiscono abusi e violenze tra le mura domestiche e che sono le grandi assenti a queste iniziative.

Concetta Melchiorre
GRUPPO DONNE ORSARESI

DALLA CALABRIA:
Ecco a voi tutte il racconto di quanto è avvenuto il 25 novembre a Reggio Calabria.

La giornata ci ha viste in parte sguinzagliate nelle scuole: licei, magistrali, tecnici, artistici, a sostenere un dibattito sul tema della violenza. Al Consiglio comunale aperto per l’occasione, la Commissione delle pari opportunità ha annunciato ufficialmente la nascita di un “Osservatorio” sul fenomeno della violenza alle donne.
Nella seduta molti sono stati gli interventi di tutte le associazioni presenti, insieme a quello molto apprezzato e decisivo delle nostre (UDI ” Le Orme”- Centro antiviolenza Margherita – Ass. Jineca, delle quali sono stata portavoce).
L’effetto ottenuto è stato quello di un ordine del giorno straordinario per Reggio Calabria, che impegna il Consiglio: “ad istituire un’unità organizzativa specifica contro la violenza alle donne; indire un concorso annuale di idee aperto agli studenti; redigere a cura degli uffici comunali un Codice di condotta contro le molestie sessuali; individuare forme di sostegno alle azioni che l’Osservatorio intende promuovere e attivare sul territorio reggino; costituirsi parte civile in tutti i processi celebrati nel comune di Reggio Calabria in cui siano contestati reati che presuppongono l’esercizio di condotte violente, anche di carattere morale, ai danni delle donne”.
Nel pomeriggio, in piazza Camagna, abbiamo allestito degli spazi in cui sono avvenuti degli happening: le allieve dell’Accademia di belle arti hanno disegnato su grandi cartoni stesi sul pavimento, con le caviglie legate fra loro. Le studentesse del liceo artistico hanno fatto altrettanto disegnando sui loro cavalletti. Le donne del gruppo teatrale “Experimenta” hanno letto brani tematici suggestivi accompagnate dalle percussioni. Le allieve del Conservatorio hanno creato un’atmosfera magica con brani suonati al violino, violoncello e chitarra classica. Sono stati allestiti anche spazi espositivi di libri e sculture di artiste dell’ass. “Tecne”.
Abbiamo distribuito volantini e concluso la serata facendo risuonare alte le parole di Adrienne Rich. Poi siamo andate a rilassarci … a cinema, alcune… a dormire stremate.

Un caldo abbraccio a tutte.
Marsia Modola

DALLA SARDEGNA

Carissime Amiche
siamo state molte impegnate per la partenza della Staffetta da Niscemi e ora eccoci qua a fare il punto della situazione.
Qui a La Maddalena è andato tutto benissimo. Abbiamo scelto di impegnare donne che operano sul territorio per dare come segnale che dalla violenza si può uscire; basta fare lo sforzo di portarla fuori da luogo in cui la si subisce. Sappiamo tutte che non è cosi facile ma le nostre relatrici saranno un sicuro riferimento per il piccolo mondo della nostra isoletta.
Abbiamo avuto una maestra di scuola primaria che ci ha parlato dell’importanza di educare alla parità fin da piccoli, una ceramista che ha parlato delle ricerca di nuove modalità di incontro tra donne, una psicologa che si occupa di violenza che ha parlato di alcuni casi e ha parlato della scelta della cura, una dottoressa che si occupa di alcool e dintorni, una persona che per due anni ha intervistato donne di La Maddalena riportando le loro storie su un giornale locale.
C’è stato anche uno spettacolo di danza/teatro di una bravissima ballerina di danza classica e della sua bambina.
I ragazzi e le ragazze del Movimento studentesco hanno letto le frasi di Adrienne Rich alternandosi tra maschi e femmine mentre il gruppo delle ragazze dell’istituto socio pedagogico hanno presenziato tutta la sera in silenzio completamente vestite di bianco e con un foulard rosso. Una bravissima lettrice ha letto qualche poesia di Alda Merini.
Due bambine delle elementari hanno alla fine letto due simpatiche poesie: la sindaca e la gioconda.
E’ stato un vero successo e siamo tutte molto soddisfatte.
Ma veniamo a noi. Se decidete di venire a La Maddalena per il passaggio della Staffetta in Sardegna sarete le benvenute. Cercheremo di organizzare al meglio il vostro soggiorno e potrà essere una occasione per condividere esperienze o per conoscerci meglio anche tra di noi.
Intanto se vi fa piacere fateci sapere quali saranno le vostre attività per il passaggio della Staffetta nella vostra città.

Sentiamoci presto
un caro abbraccio a tutte voi e buona giornata,
vostra Franca

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