Mercoledì 6 giugno il Liceo Classico Giacomo Leopardi presenta il video di memorie di ex lavoratori della Montecatini, primo mattone di un progetto dedicato alla storia industriale del Novecento
Lunigiana – Era un gruppo di industriali genovesi. Uomini d’affari, possidenti, pionieri capitani d’industria che avrebbero contribuito in modo sostanziale al progresso industriale del mondo occidentale. Cominciarono dal settore minerario ma ben presto si dedicarono al settore chimico. E con Giulio Natta arrivò anche l’unico Nobel italiano per la materia. Scelsero la Spezia nel 1910 per installare un primo jutificio Montecatini in località Fossamastra. Nel 1916 gli stessi individuarono in località Ragnaia, ad Aulla, un terreno ideale per ampliare la produzione. I due stabilimenti gemelli procedono parallelamente e attraversano cambi di produzione, cambi di governo, innovazioni tecnologiche, rivoluzioni nel welfare aziendale, sino all’inevitabile calo di produzione e conseguenti licenziamenti. I primi cancelli a chiudere furono quelli di Fossamastra.
“Lavoravo allo Jutificio di Fossamastra -scrive l’ex lavoratrice Ondina-. Dopo un anno di occupazione il direttore, l’Ing. Candiani, mi ha chiamato ad Aulla: penso che il momento più brutto sia stato l’accoglienza con lo sciopero da parte delle maestranze per il mio arrivo, sembrava che fossi arrivata a rubare il lavoro al personale di Aulla! Partivo alle 6 di mattina e ritornavo alla sera alle 18 per cinque giorni alla settimana”.
Lo stretto legame tra i due stabilimenti si rinsaldò in occasione della chiusura dello stabilimento aullese negli anni Ottanta. Scioperi e lotte sindacali nulla poterono contro il cambiamento dei tempi moderni. Gli interessi e i profitti erano cambiati. Anche i quartieri erano pronti a cambiare nuovamente, complice la perdita d’identità che la chiusura degli opifici apportò.
Il liceo classico Giacomo Leopardi di Aulla ha portato avanti nel corso dell’anno accademico 2017/2018 una ricerca incentrata attorno allo jutificio apuo lunense. Mercoledì 6 giugno alle ore 10, in sala Walter Tobagi ad Aulla, avverrà la restituzione alla cittadinanza del documentario di videointerviste “La Filanda: una fabbrica, un quartiere, un mondo”.
Gli studenti della classe I B, Gilda Bertazzolo, Francesca Bruscaglia, Elisa Capineri Tosetti, Sara Cresci, Carolina De Vivo, Sara Devali, Eleonora Dezani, Maria Gianni, Aya Jouat, Francesco Lazzarini, Maria Caterina Quartieri, Lucrezia Rapalli, Irene Ringozzi, guidati dalla professoressa Claudia Bacci e coadiuvati da Melania Sebastiani hanno intervistato lavoratori e discendenti di lavoratori; hanno frugato negli archivi comunali; scandagliato gli Archivi Edison, presso il Centro per la cultura d’impresa; hanno consultato atti parlamentari, atti sindacali, il deposito del Consorzio Zona Industriale Apuana; hanno sfogliato i giornali dell’epoca riportando alla luce materiali obliati e scoprendo documenti totalmente inediti. Hanno anche trovato ospitalità presso l’Istituto Maria Ausiliatrice della Spezia, dove Suor Cleme ha aperto gli archivi storici delle religiose.
“Ci ha colpiti l’orgoglio delle signorine intervistate”, scandiscono in coro gli studenti. “C’è chi ha voluto continuare a lavorare anche da sposata, chi sfidava la neve e i candelotti di ghiaccio per andare in fabbrica, o chi, nonostante il rumore assordante, la polvere che entrava anche nei polmoni, conserva un ricordo positivo dello stabilimento. Qualcuna ha anche trovato l’amore!”.
C’erano anche gli uomini, più rari. Nelle interviste appaiono anch’essi orgogliosi del proprio lavoro e attenti alle relazioni tra dipendenti che nascevano nell’opificio. La fabbrica come luogo di solidarietà, d’amore e di emancipazione, sì, ma anche, come purtroppo spesso ricordano le cronache, luogo d’incidenti, di esplosioni, di morte.
È stato contattato anche l’Ufficio Prevenzione Igiene Pubblica e Nutrizione di Monti di Licciana, alluvionato nel 2011 ma con memorie personali ben vive che grazie alla disponibilità dei dipendenti ha fornito nuovi spunti. Il ricco bottino dei ricordi reperiti ha fatto emergere la necessità di recuperare e valorizzare la storia locale ed è così nata a maggio 2018 l’associazione Fili di Juta, con l’intento di recuperare, valorizzare e musealizzare la memoria personale, archivistica, urbana e urbanistica, sociale, di tutti quegli anni in cui fu attiva la Montecatini.
L’evento del 6 giugno “La Filanda: una fabbrica, un quartiere, un mondo”, ha ricevuto il patrocinio di Regione Toscana, Commissione Regionale Pari Opportunità, Comune di Aulla, Comune di Bagnone, Comune di Filattiera, Comune di Fivizzano, Comune di Licciana, Comune di Podenzana, Archivi della Memoria di Bagnone, Rete Museale Terre dei Malaspina e delle Statue Stele. Si ringrazia il personale della biblioteca Beghi della Spezia e della biblioteca Salucci di Aulla, che nonostante le piccole difficoltà che si trovano ad affrontare non fanno mai mancare il loro aiuto concreto. È prevista la pubblicazione degli Atti della giornata. Per chi volesse partecipare con i propri ricordi, consigli o con una parola d’incoraggiamento: [email protected] o https://www.facebook.com/Jutificio.
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