dan 1 - DANIZA: 
 TRAPPOLE. BLITZ E POLEMICHE

Una trappola che riesce a scansare da giorni, un blitz animalista tra polemiche destinate a non finire, sit-in di protesta, cortei. Per lei – che girovaga tranquilla coi suoi cuccioli nei boschi della Val Rendena – si sono mossi gli ambientalisti che hanno occupato per protesta l’ufficio dell’assessore provinciale competente e sono stati fatti uscire con la forza dalla Polizia. Sollevati di peso gli animalisti (8 persone) con lo sgombero dagli uffici della Provincia, non sono però finite le polemiche. “Abbiamo ascoltato le ragioni di chi ha attuato la protesta di oggi, non ne condividiamo il metodo e confermiamo la bontà del nostro operato”. Così ha commentato il presidente Ugo Rossi, che ha ringraziato con una nota lo sgombero senza disordini da parte della Polizia. Ferma però la decisione: “discutiamo solo con chi rispetta le regole”.
Attorno a Daniza si è riunito un popolo che chiede non sia abbattuta. Nei social network una valanga di commenti a difesa: “E’ solo una madre che ha difeso i suoi cuccioli” si legge quasi ovunque. L’aggressione di Pinzolo, quando un uomo – uscito a cercare funghi – ha trovato invece Daniza ha scatenato un vespaio. Protagonista dell’inatteso incontro-scontro Daniele Maturi un uomo del posto di 38 anni che si è dovuto difendere da una femmina di orsa a poca distanza da due cuccioli. Si è difeso con pugni e calci, prima di una precipitosa fuga.
Daniza è un esemplare di 19 anni, è stata introdotta dalla Slovenia nel 2000. Da tempo è nella lista “nera”: probabilmente è solo una madre in difesa dei propri cuccioli, ma tant’è.
“Il progetto di reintroduzione dell’orso bruno non è in discussione, ma, come andiamo affermando da tempo, serve fissare un numero massimo nelle presenze del plantigrado al fine di renderle compatibili con il territorio, ormai fortemente antropizzato, oltre che con la vita, le attività e la tranquillità di residenti e turisti” aveva detto nei giorni scorsi il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi.
“Il ministro Galletti ha condiviso l’ordinanza che dispone la cattura dell’orsa Daniza, giudicando l’operato della Provincia garantista sia relativamente alle modalità di cattura sia al destino dei cuccioli, che saranno lasciati liberi”. Al ministro è stata illustrata anche la tipologia dell’area dove Daniza è destinata, il sito del Casteler, non una “gabbia” ma una vasta area naturale attrezzata dove già vive un altro plantigrado. Ma sia per Rossi che Galletti il progetto orso deve continuare.
Per quanto riguarda il contingentamento della popolazione ursina, il numero massimo di orsi ritenuto compatibile e che potrebbe essere dunque ritenuto equilibrato rispetto alle “capacità” del territorio, Rossi comunica che ciò sarà oggetto di un prossimo incontro con il ministro.
Poche settimane fa episodi di “incontentibilità” erano stati registrati sull’Altopiano di Asiago dove M4 si era sbranato una mucca . In Trentino il monitoraggio è costante a difesa di un piano che ha i suoi risvolti positivi e anche qualche disagio collaterale. Un plantigrado che causa, ripetutamente, danni a mandrie di animali domestici o a colture, in generale a patrimoni non difendibili mediante misure di prevenzione, è un “orso dannoso”.
Questa nuova tipologia di orso entra da oggi a far parte del Piano d’azione interregionale per la gestione dell’orso bruno, una modifica concordata con il Ministero dell’ambiente. A distanza di sette anni dall’approvazione del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace), la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano e le Regioni Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, ha ritenuto opportuno aggiornare il Piano con alcune integrazioni di carattere tecnico e organizzativo. L’obiettivo è quello di migliorare la gestione dei plantigradi sul territorio, in considerazione anche dell’espansione raggiunta negli ultimi anni e quindi la conseguente necessità, in alcuni casi problematici, di intervenire tempestivamente, fornendo le necessarie risposte operative.
La modifica introdotta ha permesso di codificare la categoria di “orso dannoso”, in precedenza non considerata, verso la quale poter attuare le azioni previste dal Piano stesso, compresa la possibilità di prelievo, mediante captivazione o abbattimento, degli esemplari che arrechino, ripetutamente, gravi danni a patrimoni non efficacemente difendibili con misure di prevenzione, come ad esempio il patrimonio zootecnico bovino in specifici contesti ambientali.
Per stabilire se un plantigrado debba o meno considerarsi dannoso è importante accertarne la ripetitività dei comportamenti. Un orso che causa un solo grave danno o che ne causa raramente, non è da considerarsi dannoso.
Va segnalato che nel 2013 nessun orso si è avvicinato ai centri abitati, ovvero non si è registrato nessun animale confidente ad esclusione di M11, il giovane orso improvvisamente scomparso dal Monte Baldo la scorsa primavera. Nel 2013 sono stati attribuiti all’orso 173 danni e sono stati complessivamente liquidati 128.218,65 euro; la maggior parte dei danni sono attribuibili a soli 4 esemplari (M4, M2, M6 e M11).
Nel corso del 2013 la squadra di emergenza è invece stata attivata 31 volte e si è limitata prevalentemente al presidio e all’informazione della popolazione e solo in 10 casi ha avuto un contatto visivo con l’orso. Il rapporto analizza anche la presenza della lince (uno solo l’esemplare certamente presente in provincia), dello sciacallo dorato e la situazione del lupo, il cui ritorno sulle Alpi è stato del tutto naturale.
La gestione dell’orso ha risvolti di non poco conto anche sul piano economico. Basti pensare agli indennizzi a coltivatori e allevatori colpiti dalle razzie dell’orso. Esiste al riguardo un prezziario: 240 euro per una pecora adulta gravida con più di 9 mesi di età; da 58 a 262 euro a capo per i caprini; da 798 a 2.170 euro per i bovini non iscritti al libro genealogico, cifre che salgono da 952 ad un massimo di 2.604 euro se si tratta invece di vacche, manze e vitelli di alta genealogia.

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