Robert Walser nacque nel 1878 in una famiglia composta da otto fratelli (il maggiore, Karl, era un pittore, illustratore e scenografo di fama) e crebbe a Bienne, cittadina di confine in un’area linguistica posta tra il tedesco e il francese. Frequentò la scuola elementare e le superiori, che però dovette abbandonare prima dell’esame finale visto che la famiglia non era in grado di mantenerlo agli studi.
Ancora bambino era entusiasta spettatore di teatro. La sua opera preferita era I masnadieri, di Friedrich Schiller: un acquarello lo raffigura nelle vesti di Karl Moor, il protagonista del dramma. Il suo sogno era quello di diventare un attore.
Morì nel pomeriggio di Natale del 1956 dopo una solitaria passeggiata in un campo di neve. Il suo valore di letterato gli fu riconosciuto solo post-mortem e in Italia le sue opere furono pub-blicate solo a partire dagli anni sessanta.
Nel 2006 fu pubblicata, presso Adelphi, la raccolta intitolata “Ritratti di pittori” poiché grande fu l’influsso del fratello Karl, artista di rara finezza, sulla magia che le arti figurative esercita-rono su di lui. Da un dipinto, Robert Walser trae spunto per versi, immagina dialoghi, si lascia andare a ricordi e fantasie. Infatti, guardare un quadro, amarlo, significa ripercorrere le strade del nostro vissuto e riconoscerlo, trasfigurato, nelle emozioni dell’artista.
Il celebre dipinto di Delacroix, La libertà guida il popolo, manifesto romantico del 1830, gli suggerì parole vivide e potenti soprattutto nella rappresentazione della libertà:
Lei slanciata, perfetta di vita,
nella sinistra alta levò l’insegna
del suo successo; innanzi alla sua veste
dalle molte pieghe era a terra in ginocchio
la meschina, una, dico, amante della vita
che la pietà invocava, sì che le pietre
della sala in cui il dramma si compiva
piangevano commosse. Che osò mai
fare colei che adesso era piegata,
da ritrovarsi in tale situazione?
Nel suo diletto pareva non vi fosse più
fuoco di vita; senza speranza
era a terra accanto a lui, che ormai più non batteva ciglio.
Dei tre, nessuno ora rideva,
non lei che con la croce alta imperava,
non l’altra, che implorava un po’ di pane,
e non l’eroe, poiché giaceva morto.
Fausta Genziana Le Piane
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