di Anna Gloria Capodieci

(Roma). La festa del partito di Di Pietro, Italia dei Valori, ha fatto da scena, il 25 settembre, alla tavola rotonda sul tema “Donne e uomini nella carriera politica e istituzionale” dal titolo Percorsi di emancipazione e ingressi riservati. A poche settimane dalle Primarie, dove si profila uno scontro a due Prodi-Bertinotti, e dove non ci sono candidate la riflessione condivisa sulla parità uomo-donna in ambito politico-istituzionale parte dal presupposto che la politica in Italia è poco donna. Il dibattito ha cercato ancora una volta di delineare e capire le cause della non-presenza delle donne in politica, partendo dalle ricerche e dalle esperienze personali delle intervenute: l’avv. Tina Lagostena Bassi, Marina Piazza dell’Istituto Gender di Milano, Francesca Santoro del CNEL, Laura Moschini docente universitaria per la cattedra di Studi e politica di Genere di Roma Tre, e le giornaliste Ilda Bartoloni del TG3 Punto Donna e Stefanella Campana de La Stampa. Rita Capponi e Wanda Montanelli hanno moderato gli interventi e le osservazioni.
Il dato di fatto è che il sistema politico, istituzionale ma anche il mondo imprenditoriale e il governo dell’informazione italiano è a maggioranza maschile e poche sono le donne che raggiungono il livello apicale e decisionale. Ma se questo non fa notizia, non lo fa neanche il fatto che le donne non hanno voglia, tempo, intenzione o solo idea che questo è un terreno dove si deve combattere ancora e molto duramente. Emerge sempre il problema della trasmissione dei valori del femminismo e della larga disaffezione delle nuove generazioni a questi temi, sentiti spesso con fastidio. Non è semplice delineare le cause di questa “apatia” e rassegnazione: da una parte dice Laura Moschini le giovani donne sono consapevoli delle loro capacità e credono che grazie a queste possano ottenere tutto ciò che vogliono, ma ciò non ha riscontro nella realtà del mondo del lavoro. Quello che è difficile capire è perché le donne di fronte a questo muro di gomma decidono di ritrarsi e “rientrare nei ranghi”. Abbiamo meno carattere e forza d’animo delle donne che tanto hanno lottato per ottenere i diritti, che per noi sono dei dati di fatto? Non è facile dare una risposta.
Per Ilda Bartoloni, autrice di Come lo fanno le ragazze e Il nuovo potere delle donne, è paradigmatico il fatto che le giovani generazioni hanno la consapevolezza del corpo liberato e onorano il proprio piacere in modo chiaro e limpido, mentre molto più reticenza c’è nell’ammettere il proprio desiderio di potere anche da parte delle donne, più adulte, che posizioni di potere le hanno comunque ottenute.
Francesca Santoro, riguardo alla problematica donne e occupazione, più generale ma strettamente collegata, riporta i dati di un sondaggio dell’Università degli Studi di Pavia sull’immagine televisiva della donna che lavora. I risultati non sono confortanti e soprattutto potenzialmente e pericolosamente fuorvianti: un esempio è lo stereotipo negativo della donna in carriera delle fiction televisive spesso modello di donna aggressiva, fragile e inaffidabile di contro al modello catodico positivo della donna di casa, moglie e madre. Un ulteriore dato è la presenza nel mondo dell’informazione di numerose e brave giornaliste che nonostante una discreta e diffusa visibilità, indipendente dalle trasmissioni di gossip o di giornalismo confidenziale alle quali spesso le donne sono relegate, difficilmente raggiungono le posizioni di direttore, nelle testate giornalistiche televisive e della carta stampata.
Cosa fare quindi per cambiare le cose? ”Rimuovere gli ostacoli che impediscono la reale parità di accesso alle cariche attraverso una proposta di legge di modifica del sistema elettorale”. E’ quanto ha chiesto in un documento Tina Lagostena Bassi, proponendo una raccolta firme per pretendere l’alternanza uomo donna nelle liste elettorali alle prossime elezioni secondo l’art. 51, poiché “una democrazia non paritaria è una democrazia imperfetta”. Si parla anche di cordate fra donne e la ricerca di una eventuale trasversalità vincente.
Il testo del documento – precisa una nota – oltre che dalla proponente Tina Lagostena Bassi e dalla responsabile del Dipartimento Pari Opportunità di Idv Wanda Montanelli, é stato sottoscritto da Marina Piazza, Ilda Bartoloni, Stefanella Campana, Rita Capponi Francesca Santoro, e Laura Moschini.
I segretari di partito saranno sensibili a questo appello di dare un reale spazio alle donne in politica? Lo utilizzeranno per raccogliere più voti? Partendo dall’osservazione di Marina Piazza che in Italia mancano gli strumenti per far si che le donne rimangano in politica, come anche in molti luoghi di lavoro, senza scegliere tra la vita privata, la maternità e la carriera, l’occasione di democrazia partecipata delle Primarie può essere il momento adatto per far diventare questi strumenti una delle priorità dei programmi di partito.
In chiusura le partecipanti al convegno hanno poi auspicato che sia lo stesso Dipartimento Pari Opportunità IDV a farsi carico della sensibilizzazione di tutte le parlamentari italiane attraverso l’invio del testo del documento con la richiesta di sottoscrizione.

Delt@ Anno III, n. 188 del 27 settembre 2005 – Anna Gloria Capodieci
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