di Enrico Pietrangeli
L’amore e la morte. Due temi che nel corso dei secoli la narrativa, la poesia, la filosofia hanno discusso, postulato, sviscerato. D’altronde, dal momento in cui nasciamo fino alla fine della nostra esistenza dobbiamo scontrarci tra piacere e dolore proprio con queste due parole, o meglio, questi due concetti.
E nel mezzo? Nel mezzo c’è la vita!
E così tra le pagine scritte da Pietrangeli troviamo proprio questo: stralci di vita vissuta e spremuta fino in fondo. Tra dediche intense e versi dissacranti Enrico ci regala emozioni anarchiche, senza controllo. Tra un’invettiva religiosa, richiami alla poesia “maledetta”, stralci di “settantismo”, strizza l’occhio all’era digitale per arrivare all’apoteosi: il componimento, diviso in due parti, che dà il titolo all’intera raccolta.
Vocaboli scelti, sempre azzecati e ben pesati, senza perdere di vista la logica metrica. È esemplare la facilità con cui riesce a comunicare con il lettore ma in fondo… stiamo “solo” parlando di Amore e di Morte, no?
NON E’ L’AMORE…
Non è l’amore che non trovo,
è un sentire morto, annichilito,
pavido desiderio appassito.
Non è l’amore che non trovo,
è la paura dei sentimenti
tra impalpabili, ordinari orrori.
Non è l’amore che non trovo,
è una nauseante umanità
per cui vomito inchiostro.
Non è l’amore che non trovo,
è l’arido fondo di una coppa
dove non scorre più il suo vino.
— — —
A C.G.
Ti desidero così,
dentro un tailleur spinato,
gonna al ginocchio e collant
per voluttuoso mare di trame
in puro nylon; ove m’incanto
e dei pensieri inspiro
quell’odore intenso
e mai sedato di pelle.
Cullato con lo sguardo
sopra bordi fustellati
di un decolté nero
mi scopro diverso,
quel che non ero:
solitario feticista
privo d’umano affetto.
Mi dimeno, umiliato,
mendicando altrove
l’amore appassito
nell’infiorescenza
di un tuo sguardo.
M’incaglio sopra corpi
osservandoti riflessa,
timida ed assorta
in un pallido disagio,
pregna di quella luce
che sprigiona sensualità
ovattata in chiaroscuri
ti sento, e mi neghi
tendendomi l’anima,
curiosa ed assetata
per ogni indecente,
borghese apparenza.
— — —
TANGOPOLIS (MOSTRA FOTOGRAFICA SU BUENOS AIRES)
A rilento, la fabbrica abbandono
e m’incammino, imbronciato,
alla volta della cerveceria,
per rincontrare certi amici
e vincere, tra il bere e il dire,
quest’insolente malinconia.
Vibra nell’aria una fisarmonica
per le strade di Buenos Aires
e da quando mi hai lasciato,
per una struggente alchimia,
sono le stesse dell’infanzia,
vellutate ed in bianco e nero,
colme di una fertile nostalgia;
tenui sfumature percorrono
i labirinti delle memorie,
il volto di mio padre, operaio,
sempre stanco e alla ricerca
di un incerto, nuovo lavoro.
Stanotte sarà ancora insonne,
senz’amore, sudando nel letto.
Dio! Che languido tormento
mi trafigge inesorabile il cuore;
è un antico, consueto suono
di un vecchio accovacciato
che abbraccia il suo organetto.
Enrico Pietrangeli – diritti riservati – 2001
BIOGRAFIA
Enrico Pietrangeli, autore della raccolta di poesie “Di amore, di morte”, pubblicata in versione cartacea (Teseo editore 2000) ed in elettronica (Kult Virtual Press 2002), collabora con riviste e siti internet pubblicando articoli e racconti brevi. Attraverso la traduzione poetica, si è dedicato all’opera di alcuni autori poco conosciuti. Redattore di Tam Tam, gestisce il sito “Poesia, scrittura e immagine” [www.diamoredimorte.too.it] e, recentemente, ha pubblicato il suo primo romanzo “In un tempo andato con biglietto di ritorno” (Proposte editoriali 2005).
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