(ANSA) – ROMA, 10 FEB – ”La scelta della senatrice De Zulueta e’ un atto coraggioso ed encomiabile”. Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori.”Questo gesto – aggiunge – dimostra il coraggio e il temperamento di chi crede nei valori e nella politica, come la senatrice De Zulueta. A lei va tutto il sostegno e l’encomio mio personale e dell’Italia dei Valori per aver mantenuto posizioni ferme e nobili su una questione delicata e preminente come il caso Iraq”.

I DUE VANNO CON OCCHETTO-DI PIETRO; FASSINO, RIPENSATECI

(ANSA) – ROMA, 10 FEB – I senatori Antonello Falomi e Tana De Zulueta lasciano i Ds per dissenso sull’ Iraq, come spiegano in una lettera a Fassino, ma non solo per questo.Le loro, comunque, erano ”dimissioni annunciate” che non hanno sorpreso i vertici della Quercia e a via Nazionale si tenta di sdrammatizzare sicuri che il loro gesto non sara’ seguito da altri dirigenti o parlamentari. Intanto, in serata, il segretario dei Ds si e’ augurato che Falomi e De Zulueta ”possano tornare sui loro passi”. I due esponenti del correntone della Quercia avevano nei giorni scorsi salutato con favore l’iniziativa di Achille Occhetto di fare una lista insieme a Di Pietro in polemica con la lista unitaria e con la strategia del partito riformista perseguita da Fassino e D’Alema. L’adesione di Falomi e De Zulueta alle iniziative di Occhetto era arrivata al punto di partecipare il 5 febbraio alla riunione in cui il fondatore del Pds preparava la base di accordo per unirsi il giorno dopo al leader dell’ Idv.Insomma, la fuoriuscita dai Ds era nell’ aria e la vicenda dell’Iraq (su cui e’ netta la divisione tra maggioranza e correntone, come ha dimostrato la direzione riunitasi proprio ieri), ha convinto Falomi e De Zulueta a compiere il passo delle dimissioni. ”Sento che lo spirito di appartenenza non puo’ essere spinto fino al punto di mettere in discussione le mie convinzioni piu’ profonde su un tema, rilevantissimo per una forza di sinistra, qual e’ quello della guerra” ha scritto
Falomi in una lettera aperta inviata a Fassino dove annuncia l’adesione alla lista Occhetto – Di Pietro.Dal canto suo Tana De Zulueta, entrata nei Ds tre anni fa (a differenza di Falomi iscritto da sempre al partito ed entrato prima nella Fgci nel lontano 1966 e poi nel Pci nel 1972), ha motivato il suo gesto con ”l’incoerenza” dei Ds su un tema come quello dell’ impegno militare in Iraq che e’ ”un tema su cui e’ essenziale la chiarezza”. La senatrice, nata in Colombia, ex corrispondente dell’ Economist, entrata in politica in Italia nei ”comitati per l’Italia di Romano Prodi” non nasconde poi la sua delusione per come il progetto ulivista, a suo avviso, ha perso forza, e corre in aiuto di Occhetto. Il primo a reagire e’ stato Fabio Mussi, leader del correntone, a cui i due appartenevano, che in una lettera ha espresso tutto il suo ”dispiacere” ma ha anche sostenuto che, pur condividendo le critiche, ”si puo’ fare ancora molto per influire sulle scelte del partito”.
Da parte della maggioranza, e’ intervenuto Gavino Angius, presidente del gruppo al Senato cui erano iscritti Falomi e De Zulueta, che si e’ detto ”addolorato e sorpreso”.”Non mi risulta affatto che voteremo su una guerra da fare in Iraq, che purtroppo c’e’ gia’ stata e alla quale siamo stati sempre contrari” ha puntualizzato Angius, mentre Maurizio Migliavacca, responsabile organizzazione dei Ds si e’ augurato che la scelta ”non sia definitiva”. ”Nella vita politica di un partito – ha osservato Migliavacca – puo’ capitare di non condividere delle scelte. Non per questo si rinuncia al
confronto anche aspro delle idee e all’impegno comune fondato sui valori che debbono unire la sinistra”.Sotto la Quercia sono in molti a ritenere che altri non seguiranno Falomi e De Zulueta, ed e’ soprattutto negli ambienti del correntone che si esclude una diaspora verso Occhetto e Di Pietro. A via nazionale c’e’ invece chi ha evidenzia come il partito dopo la direzione di ieri e’ piu’ unito anche se la questione dell’ Iraq e’ fonte di ”disagio”. Del resto e’ lo stesso Falomi ha dire: ”non so se qualcuno mi seguira’ in questa decisione… Non credo, pero’ c’e’ un gran disagio nel partito e vedremo piu’ in la’ se ci saranno altre dimissioni”.

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