Di-vento leggiadro mi agghindo
specchi di luna ad incorniciare fluttuanti pensieri
e la notte possente mi attraversa vigorosa
ne annuso il profumo
sento il suo respiro modulare
accarezzando la mia pelle.
Lingue di terra svettano nella penombra
piccoli lumini cospargono la vista
ne seguo la scia
riflessi purpurei in occhi increduli
si disciolgono in un calice di tramonto che disseta l’anima.
— — —
VIVIMI!
Sporcami di vita
cullami in un cielo d’emozioni
Tienimi stretta
come fossi una stella che trema e sta per cadere!
Le tue braccia sono sconosciute e traditrici.
Svestiti della maschera di zucchero!
le mie ferite sono solchi
mai irrigati se non da lacrime
intinte di rosei presagi..
Un libeccio sfiorito il nostro tempo
vacillante di logica
una spada di Damocle amputò la felicità.
Traboccanti aborti di sentimento fecero capolino
affiorarono struggenti interrogativi.
Lì baciai il baratro e vidi l’oscurità
il battito di un cuore che cessa di soffrire
nessun Orfeo a sfidare gli inferi
nessun Ulisse tornerà a ridarmi il sorriso spento
solo gelo e solitudine
ad accompagnare le mie notti maledette di tormento.
Sonia Apilongo
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