Si svolge in questi giorni a Pisa il Settimo Congresso Internazionale della “Società Italiana delle Storiche”: 220 interventi sulla storia della donna, con un’estensione notevole sia in termini temporali che geografici. Chissà se tanta ampiezza di prospettiva ci darà una chiave di lettura sul motivo per cui oggi la condizione femminile nel mondo occidentale sembra essere sotto attacco.
Uno degli interventi, quello della dottoranda in Storia all’Università della Sapienza Elisabetta Serafini, tratterà dell’assenza delle donne dai libri di storia. Assenti perché irrilevanti oppure perché messe nell’angolo da schemi che non le prevedono? E, soprattutto, quali sono le conseguenze, storiche e attuali, di questa assenza?
Alcune conseguenze le abbiamo misurate una ad una in un inizio d’anno in cui i diritti civili delle donne di tutto il mondo sono stati messi apertamente sotto attacco. Ecco come:
1) una delle prime decisioni prese dal nuovo presidente americano è stata bloccare i finanziamenti ai programmi sanitari per la pianificazione famigliare nei paesi del terzo mondo;
2) immediatamente dopo, lo stesso presidente ha nominato a Giudice della Corte Suprema un uomo che è noto per non essere “amico delle donne”, e in particolare per aver autorizzato le aziende ad addurre motivi religiosi per negare la copertura sanitaria per la pianificazione familiare alle proprie dipendenti;
3) in perfetta sincronia, il parlamento russo ha approvato una legge che depenalizza la violenza domestica: vuol dire che se si viene picchiati in famiglia ma chi ci picchia non è già stato condannato in passato, l’abuso viene classificato come un semplice illecito amministrativo, punibile con una multa o con una detenzione di 15 giorni. (Riccarda Zezza)
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