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 ECCO I LAVORI CHE FANNO PERDERE IL DIRITTO AL MANTENIMENTO (MA 
 NON SEMPRE)

Alessandra De Angelis
Assegno di divorzio: i dipendenti pubblici non hanno mai diritto al mantenimento?
Nuove sentenze ci aiutano a fare chiarezza sulla portata della riforma in tema di mantenimento e divorzio. Ricordiamo che con la pronuncia della Cassazione dello scorso 10 maggio, è venuto meno l’obbligo di assicurare all’ex moglie il tenore di vita da sposata. Questo significa, tra le altre cose, che se l’ex coniuge ha un lavoro dignitoso e stabile che gli assicuri la possibilità di vivere in maniera dignitosa, perde il diritto all’assegno di divorzio.
I giudici hanno voluto interpretare tale novità normativa nell’ottica di negare il diritto al mantenimento a chi ha un posto fisso. In quest’ottica, si deve intendere il dispositivo della sentenza della Corte di Cassazione del 29 agosto 2017, numero 20525, con la quale è stato negato il diritto di mantenimento ad una professoressa. Quest’ultima, essendo una dipendente statale assunta in modo stabile, ha dunque, sostengono i giudici, la capacità di mantenersi dignitosamente e non importa quanto sia ricco l’ex marito perché il principio del mantenimento del tenore di vita è caduto.
Tutti i dipendenti statali quindi perdono di fatto il diritto al mantenimento in caso di divorzio? Sul punto vale la pena citare la conclusione a cui è giunto il Tribunale di Milano che, il 22 maggio scorso, ha calcolato in 11.528, 41 euro annui il reddito minimo per essere considerati autosufficienti in Italia.
Soprattutto nel settore privato però non è detto che chi guadagna mille euro al mese sia considerato automaticamente autosufficiente: la decisione è a discrezione dei giudici e non sono mancate contraddizioni dovendo valutare di caso in caso. Così, ad esempio, il Tribunale di Roma ha riconosciuto il beneficio ad una donna giovane e lavoratrice che però aveva sulle spalle una rata del mutuo pesante da sostenere da sola. Al contrario, invece, una donna disoccupata ma giovane e con le capacità di trovare lavoro, potrebbe vedersi negato il diritto all’assegno dell’ex marito anche se non guadagna mille euro al mese.
Ma la sentenza che più confonde le acque è quella del Tribunale di Udine che, dopo il 10 maggio, ha fatto comunque appello al principio del tenore di vita sostenendo che, essendo radicato da anni e anni di giurisprudenza, non potesse ritenersi superato.

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