Il clima sta cambiando. E il pianeta è sempre più sofferente. È uno scenario sotto gli occhi di tutti. Ed è anche sotto gli occhi di tutti che il problema non è più quello di cercare un’improbabile compatibilità tra sviluppo neoliberista e ambiente, non è quello del cosiddetto sviluppo sostenibile. È necessario partire da una radicale trasformazione del nostro modello di sviluppo. Il mutamento climatico in atto è intimamente legato alla logica produttivistica di un sistema basato esclusivamente sul profitto e sui consumi, che produce un’inutile eccedenza di prodotti e una dissipazione sistematica di beni e di risorse. CAMBIARE MODELLO DI SVILUPPO SIGNIFICA RIFIUTARE L’IRRAZIONALITÀ DI QUESTA FORMA DI ORGANIZZAZIONE, SIGNIFICA RIDISTRIBUIRE EQUAMENTE LA RICCHEZZA, METTERE AL CENTRO I BISOGNI REALI E NON IL PROFITTO.
Occorre spezzare la dipendenza dal petrolio e dai combustibili fossili, il controllo dei quali è il motivo scatenante delle ultime guerre che hanno segnato il pianeta. Da più di vent’anni ricercatori e gruppi di consumatori stanno sperimentando soluzioni alternative, che non possono più essere considerate soltanto semplici sperimentazioni. Ormai sono solidi punti di partenza. Possibilità reali di uno sviluppo differente. Negli anni queste alternative sono state volutamente nascoste oppure dipinte come prototipi irrealizzabili o, addirittura, come intuizioni vaghe ancora da perfezionare. E comunque troppo costose, anche quando non lo erano affatto. Invece nuove fonti di energia rinnovabile e non inquinante esistono, le conoscenze e la tecnologia per sfruttarle in modo pulito anche, così come esistono esperienze, piccole ma significative, da cui attingere. È assolutamente necessario recuperare questo bagaglio di saperi. E pretendere che lo si utilizzi su larga scala. Non esistono ricette risolutive, ma esiste una politica alternativa. Da abbracciare. Su cui investire. È una strada da percorre, dal globale al locale, investendo REALMENTE sulla ricerca, ma anche attuando parallelamente una serie di misure che limitino drasticamente lemissione nellaria di sostanze inquinanti, misure che si possono realizzare DA SUBITO, incrementando il trasporto su rotaia, incentivando quello in bicicletta, favorendo il trasporto pubblico collettivo attraverso politiche serie che garantiscano puntualità, comodità e calmieramento dei costi. Trasformando profondamente la concezione della viabilità cittadina.
Nel 1992 la Convenzione sui Cambiamenti Climatici ha sancito principi importanti. In prima istanza quello che L’ATMOSFERA È UN BENE COLLETTIVO DEI POPOLI DELLA TERRA, che nessuno può permettersi di deturpare. Con la ratifica del Protocollo di Kyoto questi principi diventerebbero obblighi per gli stati industrializzati responsabili dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Ma sino ad ora la sua attuazione è stata impedita dal veto incrociato di Stati Uniti e Russia. La firma del Protocollo sarebbe, senza dubbio, un passo rilevante. Ma non sufficiente. Perché non è una norma che vincola realmente gli stati, visto che lo stesso documento permette di vendere e acquistare quote di emissione inquinanti in eccesso rispetto ai limiti stabiliti, in un planetario eco-mercato delle vacche in cui lo smog diventa merce di scambio. Soprattutto se la difesa di questi principi viene affidata, direttamente o indirettamente, alla Banca Mondiale o al Fondo Monetario Internazionale, organismi non democratici né pluralisti responsabili di disastri ambientali e sociali, come avvenuto in Argentina e recentemente in Bolivia.
La tutela dell’ambiente non è solo un processo normativo, è in primo luogo un PROCESSO SOCIALE che vuole vedere tutti coloro che credono in queste alternative reali ele vedano come fondamentali per la possibilità di un futuro fatto anche di PACE, a partecipare alla sua costruzione DAL BASSO, con le proprie scelte quotidiane e le grandi lotte e mobilitazioni in cui in moltitudine ci rendiamo visibili, chiariamo le nostre posizioni, avanziamo proposte concrete. Per UN MONDO DIVERO POSSIBILE
RETECOP9 propone una serie di eventi in concomitanza dellAssemblea delle Parti sullambiente. PARTECIPA ANCHE TU!
Milano-Sesto San Giovanni 4/6 Dicembre 2003
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