Donna, così languidamente
consumata, prosciugata, estinta
nel sangue, nel dolore,
nel travaglio quotidiano,
nel ricordo di memorie impietose.
Donna di pietra, forte,
forte come la roccia
cui tenace aggrapparsi
per essere blandita, consolata,
confortata, amata.
Fragile, anche fragile,
come il tenero cristallo
predisposto alla frantumazione.
Accade di rado che, poi, vada in pezzi,
piuttosto, come d’incanto,
si muta in farfalla ed impara
a volare… volare… volare…
Francesca Santucci
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