È uno stralcio di quotidiana vita politica, nella parte amena che descrive il viaggio in camper di alcune donne durante una campagna referendaria che insieme trovano complicità e attimi di autoironia.
Siamo nel marzo 1999. Il Referendum Maggioritario al “Patto Segni ” in via Belsiana dà un gran da fare. Donne, donne, tantissime donne vi lavorano. Vicky la moglie di Segni è presente spesso.
Gli uffici, i tavoli, le scrivanie, sono tutti occupati. Ci alterniamo tra Il Patto Segni e L’Italia dei Valori in via del Corso. Di Pietro, Bordon, sono promotori del Referendum, e anche Luigi Abete, Achille Occhetto, Carlo Scognamiglio. Tra le donne in sede si impegnano tantissimo Anna Ferrario, Laura Brancaccio, Wanda Campus, Paola di Tullio, Adele Quercia, Laura Micheli, e molte altre volontarie.
Oltre al lavoro in sede, andiamo in giro in camper Rita Capponi ed io per sensibilizzare le donne del partito al Referendum. Ci chiamano Thelma e Louise perché guidiamo l’automezzo alternandoci per le strade d’Italia. Ogni tanto però giriamo per i quartieri della nostra città, e a Roma ci ritroviamo spesso tra la gente di piazze e mercati.
Un giorno viene con noi la contessa Giuliana Olcese (De Cesare d’Olcese)
una elegante e bella donna che fa parte del Movimento per le Riforme istituzionali. E’ loquace, vivace, un po’ stravagante. Suggerisce di parcheggiare il camper in Piazza San Pietro. I vigili ci fermano chiedendo i permessi. Noi li abbiamo ma non per quella piazza. La Olcese parla, parla, parla, riesce quasi a convincerli. E anche noi siamo impegnate in un ascolto perenne. A sera siamo cotte.
Però è simpatica la Olcese. E’ un soggetto unico. Non ho mai conosciuto nessuna così informata sulla comunicazione a mezzo stampa e tv. Noi donne, quasi tutte abbiamo una specie di sindrome da oscuramento, ma lei è speciale. Sa tutto. Durante la giornata parla pro e contro i mass media. Sa molto più di me e di chiunque altro esperto. Dal punto di vista tecnico-pratico è una fonte di informazioni aggiornata su tutte le agenzie stampa. I numeri dei dimafoni o piuttosto i fax, le e-mail e i siti internet, i referenti delle redazioni politiche di ogni quotidiano, gli orari in cui telefonare, chi ti dà retta e chi no; quanto deve essere lungo il comunicato, quando è meglio dettarlo, con chi se la fa il giornalista che tratta di politica nel quotidiano con maggiore tiratura.
Insomma, non so se piangere o ridere. L’argomento mi interessa, ma la testa mi ribolle.
Per strada troviamo una carrozzella. Siamo davanti alla basilica di San Pietro alla fine di via della Conciliazione. Un posto proibito per il camper. La Olcese si entusiasma, vuole farsi fotografare col cavallo. Noi abbiamo l’asinello come simbolo del movimento, “Il cavallo vi si avvicina”, dice Giuliana e prega il vetturino di scattarle una foto sulla carrozzella. Rita chiede all’uomo se voterà per il Maggioritario. Lui non sa cosa sia. Neppure vuole che glielo spieghiamo. Restituisce la macchina fotografica e la Olcese vuole un’altra foto. I vigili ci chiedono di andarcene. Lei insiste. Vuole la foto col cavallo. Rita mi manda a farle la foto “Fai finta di riprenderla e fotografa solo il cavallo”, mi dice. Io scatto la fotografia. Giuliana mi chiede: “Come sono venuta?”
“Forse in controluce”, rispondo sbrigativa per la fretta di andar via ed evitare la contravvenzione.
“Glie l’hai scattata?” chiede Rita.
“Sì, come a Napoli – dico- senza rullino, perché è finito”.
Info; Donne al volante
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