(Francesca Santucci, “Suggestioni e meraviglie”, Kimerik 2009)
(estratto)

Il coraggio incute rispetto anche ai nemici.
A. Dumas, I tre moschettieri

bonread - DONNE DI MARE
Anne Bonney e Mary Read

Fu regno maschile il mare, ma accadde anche che lo solcassero donne coraggiose, intraprendenti, energiche e risolute, non solo al seguito dei loro uomini (mogli di capitani, di nostromi, di cuochi), anche su navi da guerra, ma pure in autonomia e scelta d’indipendenza, pirati impavidi e violenti quanto i loro colleghi, e donne marinaio, costrette a celare la reale identità, pur di potersi avventurare sugli oceani; nutrita fu la loro presenza, soprattutto nei secoli d’oro della navigazione, fra ‘600 e ‘700.
Fra le donne pirata si ricordano, in epoca romana, la regina illirica Tenta, moglie del re Agron, che controllava le coste dalmate e greche, dalle bocche di Cattare all’Epiro; nel Medioevo, intorno al 1100, la vichinga svedese Aiwilda, che comandava le navi pirate nel Baltico; nel 1300, in Francia, Jeanne de Belleville, che assunse il comando di tre navi pirate, sulle quali imbarcò anche i suoi due figlioletti, terrorizzando la Manica, guidata non dal desiderio di ricchezza, ma dalla sete di vendetta contro gli inglesi, i francesi e il mondo intero, per essere stata privata del marito, Olivier del Clisson (gli fu tagliato il capo), sospettato di essere un amico dei pirati.
Nel 1582 lady Elisabeth Killigrew, appartenente ad una famiglia di alti funzionari della corte di Elisabetta Tudor, guidò i pirati lungo le coste inglesi; perversa, avida e crudele, infine fu condannata a morte dalla Corona ma, all’ultimo istante, per indulgenza reale, fu graziata.
E al tempo dei filibustieri appartenne Anne Le Long, detta “Dieu le veut”, che sposò in seconde nozze il filibustiere Lawent De Graff, che fu costretto a chiederle scusa per certi inopportuni apprezzamenti… minacciato dalla mano femminile armata di una pistola puntata contro il cuore: pirateria e romanticismo talvolta s’accordarono!
Ci furono pure due donne pirata che si contesero il cuore dello stesso uomo, il terribile John Rackham, detto Calico-Jack: Anne Bonney, compagna di John, abile pistolera, e Mary Read, che, spacciandosi per uomo, riuscì a prestare servizio nell’esercito e nella marina inglese per molti anni.
Si racconta che rivelò la sua vera identità scoprendosi il petto, quando un suo compagno di filibusta le lanciò un insulto: ma dopo, poi, gli lanciò una precisa revolverata. Anne lasciò Calico-Jack poco prima che fosse impiccato; Mary invece, lo rimpianse per tutta la vita, dalla prigione in cui morì.

mary read - DONNE DI MARE

Diversi i casi di William Protherow e Mary Lacy, non donne pirata, ma donne marinaio.
Di William Protherow sappiamo poco, che era un fante di marina, perciò prestò servizio a bordo come soldato, più che come marinaio.
Dai registri di bordo della HMS Amazon, una nave di Sesta Categoria, con 22 cannoni, comandata dal capitano Basil Keith, apprendiamo che s’imbarcò il primo dicembre 1760 e fu congedato il 30 aprile 1761.
Sul giornale di bordo, in data 20 aprile 1761, quando la nave si trovava a Yarmouth, si legge quest’annotazione del comandante:

“Uno dei fanti in servizio a bordo, arruolato come William Protherow, si è scoperto essere una donna. Ha prestato servizio sulla nave per nove mesi”.1

E nel diario di J. C. Atkinson, aiutante del medico della Amazon, è specificato che il presunto marinaio era: “una ragazza gallese di diciannove anni, che aveva seguito l’innamorato a bordo della nave”. 2
Mary Lacy, la cui storia fu pubblicata per la prima volta a Londra nel 1773, con il titolo The History of the Female Shipwright…Written by Herself, era nata il 12 gennaio 1740, a Wickham, nel Kent; maggiore di tre figli, aveva ricevuto una buona istruzione in un’istituzione benefica, essendo di famiglia povera. Intorno ai dodici anni cominciò a lavorare come domestica nella cittadina di Ash, e li restò per sette anni, finché, sconvolta per un amore non corrisposto, decise di lasciare la città. Arrivata in aperta campagna indossò gli abiti maschili che si era precedentemente procurata e raggiunse Chatham, dove si trovava uno dei cantieri navali della Royal Navy, e qui venne a sapere che l’equipaggio della Sandwich, una nave con 90 cannoni, appena varata, era incompleto, allora salì a bordo, si presentò come William Chandler e venne assunta dal carpentiere Richard Baker, uomo collerico e violento (che pure la picchiava), come garzone; i suoi compiti prevedevano, tra l’altro, di rifargli il letto, andargli a prendere la birra, cuocergli la bistecca e pulirgli le scarpe.
Dal 1759 all’autunno del 1760 Mary Lacy fu sulla Sandwich, che seguiva la lunga fila di navi da guerra inglesi che pattugliavano i mari al largo di Ushant.
Mary sopportò tutte le intemperie del mare, imparò a fronteggiare ogni tempesta, finché non fu colpita da un’artrite reumatoide tanto violenta da renderle impossibile camminare, costringendola a letto per parecchie settimane. Un nuovo attacco di artrite, molto grave, lo ebbe nell’autunno del 1760, quando la Sandwich si trovava a Portsmouth; Mary dovette essere ricoverata nell’ospedale navale, ma quando si riprese la nave era ormai salpata. Allora s’ imbarcò come soprannumerario sulla Royal Sovereign; questa nave, che aveva a bordo cento cannoni, era a guardia del porto, perciò era sempre ancorata al largo di Spithead, e Mary vi restò confinata per un anno e nove mesi; a bordo, però, strinse amicizia con una giovane donna che viveva con un marinaio di nome John Grant; così scriveva Mary:

“La giovane donna e io eravamo amiche intime, e lei si era molto affezionata a me, tanto che eravamo solite giocare insieme come ragazzine”.3

Il marinaio, credendo Mary un uomo, s’ingelosì a tal punto che arrivò a picchiare la sua ragazza e a minacciarla di rimandarla a riva, ma Mary non rivelò la sua reale identità, che fu sul punto di essere scoperta, però, un giorno in cui, mentre lavorava sul ponte, inciampò e cadde in un boccaporto aperto, procurandosi un taglio alla testa, per cui dovette essere portata dal medico.

“Quando ripresi i sensi, temetti che, nel visitarmi per vedere se mi ero fatta male, il dottore potesse aver scoperto che ero una donna, ma fortunatamente si trattava di un signore di mezz’età e non era molto indagatore; e poiché anche i miei compagni erano già avanti negli anni, e non erano attivi come i giovani, non si diedero molto da fare e non mi spogliarono”. 4

Mary decise, poi, di diventare apprendista carpentiere e, nel marzo del 1763, fu ingaggiata come tale da Alexander McLean, della Royal William, una nave con 84 cannoni, che era fuori servizio e ancorata nei cantieri di Portsmouth.
Per circa quattro anni, per dodici ore al giorno, Mary lavorò nel cantiere duramente e con abilità, guadagnandosi il rispetto di tutti gli uomini, che arrivarono a definirla: “il ragazzo migliore che ci fosse a bordo”. 5
Ma Mary, oltre all’ammirazione degli uomini, suscitò l’attenzione di molte donne (con le quali amoreggiò), come l’amante di McLean (così nel suo racconto: “venne a sedersi sulle mie ginocchia, accarezzandomi il viso e dicendo agli altri marinai che cosa avrebbe fatto per me, a tal punto che i presenti non poterono fare a meno di ridere vedendola sedere in braccio al giovane uomo che credevano io fossi”), 6 come Sarah How (“stringemmo un’amicizia molto intima e sincera”), 7 come la prostituta Betsey, e poi Sarah Chase, una ragazza che lavorava come serva, con la quale divenne tanto intima da far pensare ai suoi compagni di lavoro che si sarebbero sposate.
Nel 1767 Mary, che mancava dalla sua casa da quando aveva 19 anni, andò a trovare i genitori, ai quali aveva già dato spiegazioni per lettera, e narrò loro tutte le sue avventure.
Ritornata a Portsmouth, però, accadde l’imprevisto: un amico di famiglia, andato a vivere in città, lasciò intendere che William Chandler in realtà era una donna.
La voce si sparse rapidamente per tutto il cantiere e fu proposto di spogliare Mary per appurare la verità, ma, per fortuna, in suo aiuto accorsero due maestri d’ascia per i quali aveva lavorato, che la invitarono a confidare loro la verità. A quel punto Mary, piangendo, si rivelò, i due, però, giurarono di mantenere il segreto, e cosi fu.
Infine, Mary, dopo sei anni di navigazione, colpita da un nuovo grave attacco di artrite reumatoide, procuratasi anche un grave stiramento, fu costretta a lasciare il cantiere e a rivolgersi all’Ammiragliato per avere una pensione di invalidità.
La sua richiesta fu accettata il 28 gennaio del 1772; così leggiamo negli archivi dell’Ammiragliato:

“E stata letta una petizione presentata da Mary Lacy [sic] in cui la suddetta fa presente che nell’anno 1759 aveva indossato abiti maschili e sì era arruolata nella flotta di Sua Maestà, dove, dopo aver prestato servizio fino alla fine della guerra, era poi entrata come apprendista presso il carpentiere della Royal William. Dichiara, inoltre, che, dopo aver prestato servizio per sette anni è stata ingaggiata come maestro d’ascia nel cantiere di Portsmouth dove è rimasta finora; ma avendo scoperto che la sua salute e il suo fisico non le consentono di proseguire un lavoro tanto faticoso, è costretta a rinunciarvi e pertanto chiede che le venga concesso un sussidio che le consenta di mantenersi per il resto dei suoi giorni; viste e considerate le particolari circostanze relative al caso di questa donna, e appurata la verità di quanto ha affermato, come attestato dal responsabile del cantiere di Portsmouth, le è stata concessa una pensione pari a quella normalmente assegnata ai maestri d’ascia divenuti inabili”. 8

Di Mary sappiamo poi, che a Deptford, incontrò un certo Mister Slade, uomo serio e laborioso, e che, nonostante la sua intenzione di restare nubile, infine lo sposò.

Francesca Santucci

NOTE

1) D. Cordingly, Storia della pirateria, Mondadori, Milano 2003.
2) Op.cit.
3) Op.cit.
4) Op.cit.
5) Op.cit.
6) Op.cit.
7) Op.cit.
8) Op.cit.

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