I cooperanti toscani sono impegnati dal 1994: dai progetti di intervento umanitario, al sostegno nella delicata fase di transizione democratica degli ultimi anni.
Partono da lontano i rapporti di collaborazione umanitaria toscani in Tunisia. Le prime iniziative sul campo di cooperative come COSPE risalgono al 1994, i primi progetti erano tesi alla costruzione di una rete tra organizzazioni femminili del Mediterraneo, grazie a cui furono messe insieme associazioni di donne marocchine, algerine, tunisine, egiziane, palestinesi e italiane.
Negli anni del regime di Ben Ali le associazioni femministe tunisine come AFTURD e ATFD (Association Tunisienne des Femmes Démocrates), tuttora partner di COSPE, sono state tra le poche realtà della società civile a mostrarsi indipendenti rispetto al governo centrale.
Il primo filone di cooperazione internazionale si è basato sulla salvaguardia ambientale, il sostegno alla pesca artigianale e all’acquacoltura, alla formazione professionale, alle attività socio-economiche dei gruppi informali dei pescatori e delle loro famiglie, e al miglioramento della nutrizione.
Nel frattempo COSPE ha cominciato a lavorare anche nelle oasi del sud della Paese, promuovendo l’agricoltura biologica, il turismo rurale, l’artigianato tradizionale, le attività culturali e sostenendo l’associazionismo locale.
La Rivoluzione del 2011 ha fatto emergere nuovi temi prioritari per la Tunisia, e il sostegno dei cooperanti toscani ha sostenuto l’approccio e l’evoluzione ai processi di partecipazione democratica e transizione verso una politica di maggior decentramento, la libertà di informazione e di espressione, i diritti delle donne (ancor più minacciati sul piano costituzionale e su quello socio-economico dai movimenti islamici attualmente maggioritari), così come il lavoro e le prospettive occupazionali per i giovani in un Paese in profonda trasformazione, colpito da una grave crisi economica.
Attualmente COSPE realizza sei progetti in Tunisia, nelle aree periferiche e marginalizzate di Jendouba, Regueb (Governatorato di Sidi Bouzid) e Kasserine (una delle regioni maggiormente colpite dalla rivolta e dalle repressioni post-rivoluzione). È proprio alla regione di Kasserine che ha fatto visita a fine luglio il presidente Enrico Rossi, che ha voluto sostenere apertamente l’operato dei nostri cooperanti attivi nella zona: “Abbiamo intenzione di continuare e intensificare progetti come questo e di operare per la crescita economica e sociale di questa Regione. Mi impegnerò in prima persona ad avviare un tavolo col Governo con i nostri ministeri degli Esteri e delle Finanze per sviluppare nuovi progetti di cooperazione con la Tunisia”. (07/08/2015)
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