Istat: Occupazione donne, Italia fanalino coda in Europa

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L’ Italia prima della crisi era in fondo alla classifica dei paesi europei per l’ occupazione femminile e lo è anche adesso. Lo ha affermato il direttore del dipartimento Statistiche sociali dell’ Istat, Linda Laura Sabbadini, secondo cui “la crisi ha solo accentuato i problemi strutturali relativi all’ occupazione femminile nel nostro Paese: ha peggiorato la situazione sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo per le donne”. “Le donne – ha spiegato la Sabbadini in un convegno alla Banca d’ Italia sul ruolo delle donne nell’ economia – hanno investito in formazione e cultura più dei loro coetanei, esprimono una forte motivazione a entrare nel mercato del lavoro. Nonostante ciò, meno di metà delle donne lavora, il 30% al Sud, il 27% tra le donne con basso titolo di studio. Le giovani – ha sottolineato – nonostante i migliori risultati nella formazione, entrano più tardi nel mondo del lavoro e alla prima gravidanza sono spesso messe in condizione di lasciare il lavoro (800mila hanno sperimentato, nel corso della vita, la terribile situazione delle dimissioni in bianco, e più del 30% lascia il lavoro in seguito alla gravidanza)”. “I lavori delle donne sono più precari – ha aggiunto la studiosa dell’ Istat – e la loro precarietà dura più a lungo. Il sottoutilizzo delle risorse femminili è molto più sviluppato che nel caso maschile”. Nel corso della crisi, ha spiegato Sabbadini, “il calo più forte di occupazione è arrivato durante il 2009. A essere colpite sono state soprattutto le giovani, con contratti a tempo determinato, in modo particolare nell’ industria, dove la manodopera femminile si è ridotta del doppio di quella maschile in proporzione. E c’è da chiedersi perchè, visto che questa tendenza è avvenuta non solo nei settori più vulnerabili, ma trasversalmente”. In due anni, dal 2008 al 2010, “l’ occupazione femminile diminuisce di 103mila unità (-1,1%)”. “Parallelamente – ha sottolineato il direttore del dipartimento Statistiche sociali dell’ Istat – è peggiorata la qualità del lavoro in tanti modi: nei primi due anni è diminuita l’ occupazione qualificata (-270mila) e aumentata quella non qualificata (+218mila), processo che si è affermato anche nel 2011. Il part-time è cresciuto solo nella componente involontaria e si è acutizzato il sottoutilizzo del capitale umano”. Le donne più colpite “sono state quelle del Sud, che già partivano peggio e non si erano avvantaggiate della crescita dell’ occupazione femminile dal 1995 al 2008”. (TMNews 07 MAR 2012)

Istat: Urgente limitare presenza di uomini al potere

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È urgente creare dei meccanismi per limitare la presenza maschile al potere, visti i risultati disastrosi mostrati dalla crisi. Lo ha sottolineato il direttore del dipartimento Statistiche sociali dell’ Istat, Linda Laura Sabbadini, secondo cui “c’è l’ urgenza di istituire e attuare meccanismi di limitazione della presenza maschile al potere, specie quando avviene attraverso meccanismi di cooptazione, soprattutto nella politica e nell’ economia, come in tutte le istituzioni visti i risultati. Quello della presenza nei luoghi decisionali è uno dei punti critici della situazione delle donne nel nostro Paese”. “Le donne – ha spiegato la Sabbadini in un convegno in Banca d’ Italia sul ruolo delle donne nell’ economia – sono investitori più prudenti degli uomini e l’ esclusione dalle posizioni di vertice delle banche avverrebbe anche per questa ragione, dato che si dice che nei cda le decisioni sono rischiose ma determinanti per il successo. Ma proprio questo aspetto – ha aggiunto – avrebbe potuto rappresentare un fattore di contrasto alla crisi finanziaria del 2008. Veramente bisognerebbe chiedersi: What if Lehman Brothers had been Lehman Sisters?”. (TMNews 07 MAR 2012

Lavoro/ Istat: Il 60% delle banche non ha donne al vertice

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 E LAVORO

Roma. Niente donne al vertice per il 60% delle banche italiane. Lo ha sottolineato il direttore del dipartimento Statistiche sociali dell’ Istat, Linda Laura Sabbadini, secondo cui “il 60% delle banche non ha donne al vertice, e la presenza delle donne è molto più bassa di quella già contenuta degli altri settori produttivi e decisamente inferiore rispetto agli altri paesi Ue, che pure non brillano per presenza femminile”. “Non consola – ha aggiunto la Sabbadini in un convegno in Banca d’ Italia sul ruolo delle donne nell’ economia – sapere che l’ incidenza delle posizioni al vertice delle banchericoperte da donne aumenti dal 2% al 7%, visto che questo risultato si ottiene nell’ arco di 15 anni”. (TMNews 07 MAR 2012)
www.tmnews.it

Lavoro: studio, per donne paga oraria netta – 9, 2% degli uomini

”A parita’ di caratteristiche individuali e di contesto socio-economico i salari orari netti delle lavoratrici dipendenti risultano inferiori del 9,2% a quelle dei lavoratori, con differenze superiori alla media nazionale nel Mezzogiorno e nel Nordest mentre piu’ contenute sono quelle che emergono per le regioni del Centro”. E’ quanto rileva l’ economista Maria Lucia Stefani che ha presentato ecoordinato un lavoro su ‘ Le normative e le politiche regionali per la partecipazione delle donne al mercato del lavoro’, presentato questa mattina a palazzo Koch in occasione della giornatadistudiosu ‘ Le donne e l’ economia italiana’. In sostanza, sulla base dei dati Istat, nella media del 2010 si rileva un tasso di occupazione femminile in Italia del 46,1% che risultava di circa22 punti percentuali inferiore a quello maschile. Le differenze sono ‘ rilevanti’ tra le macro aree e si sono ampliate tra il 2004 e il 2010. Il divario tra l’ occupazione maschile e quella femminile e’ inoltre particolarmente accentuato nella fascia di eta’ tra i 35 e i 54 anni e tende a ridursi al crescere del grado di istruzione. ” Ai rilevanti divari nell’ occupazione – si legge nello studio -siassociano divari significativi anche a livello salariale”. (ASCA 7 mar 07)
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BANCHE: SABBADINI (ISTAT) , 60% NON HA DONNE AL VERTICE

Il 60% delle banche italiane non ha donne al vertice. Lo ha sottolineato il direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’ Istat, Linda Laura Sabbadini, intervenendo al convegno dellaBanca d’ Italia ‘ Le donne e l’ economia italiana’. “Non consola – ha osservato – sapere che l’ incidenza delle posizioni al vertice ricoperte da donne aumenti dal 2 al 7% visto che questorisultato si ottiene nell’ arco di quindici anni. Tanto piu’ che il 60% delle banche – ha proseguito Sabbadini – non ha donne al vertice, e la presenza delle donne e’ molto piu’ bassa di quellagia’ contenuta degli altri settori produttivi e decisamente inferiore agli altri Paesi Ue, che pure non brillano per presenza femminile”. Secondo Sabbadini, “le donne sono investitori piu’ prudentidegli uomini” e “l’ esclusione dalle posizioni di vertice delle banche avverrebbe anche per questa ragione, dato che si dice che nei Cda le decisioni sono rischiose ma determinanti per il successo. Proprio questo aspetto – ha aggiunto – avrebbe potuto rappresentare un fattore di contrasto alla crisi finanziaria del 2008”. Per il direttore del Dipartimento statistiche sociali e ambientali dell’ Istat, bisognerebbe chiedersi cosa sarebbe accaduto se Lehman Brothers fosse stata Lehman Sisters. “Questo come tanti altri esempi – ha spiegato Sabbadini – dimostra che c’ e’ l’urgenza di istituire e attuare meccanismi di limitazione della presenza maschile al potere, specie quando avviene attraverso meccanismi di cooptazione, soprattutto nella politica e nell’ economa,come in tutte le istituzioni, visti i risultati. Quello della presenza nei luoghi decisionali – ha concluso – e’ uno dei punti critici, messo bene in luce dalle relazioni, della situazione delle donnenel nostro Paese”. (AGI 7 mar. 07)
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8 MARZO: GOLFO CONSEGNA A MONTI 2500 CURRICULA DONNE PER CDA

”E’ stato un incontro positivo e fruttuoso e ringrazio il Presidente Monti per la sensibilita’ ed attenzione che continua a dimostrare nei confronti delle donne, ancora di piu’ alla vigilia di una giornata importante come l’ 8 Marzo”. Cosi’ Lella Golfo al termine dell’ incontro. ” Oggi abbiamo voluto consegnare nelle mani del Presidente Monti – continua Golfo – il nostro database di 2500 curricula di donne eccellenti, pronte a ricoprire i ruoli di consiglieri di amministrazione delle societa’ quotate e controllate a partire dall’ entrata in vigore della mia legge sulle quote di genere. Il Presidente haavuto parole di appezzamento per l’ estrema concretezza del nostro progetto che rappresenta, a suo dire, un grande serbatoio di competenze. Allo stesso modo ha ricordato l’ importanza dellafigura di Marisa Bellisario, che conosceva personalmente, e la credibilita’ della Fondazione a lei dedicata”. ” Ho visto una disponibilita’ non solo formale ma sostanziale e il Presidente Monti hapiu’ volte espresso la convinzione che l’ inclusione delle donne nei gangli vitali del nostro sistema rappresenti non una battaglia di genere ma soprattutto uno straordinario strumento di crescita per il Paese. Tanto e’ vero che il Presidente si e’ impegnato, in qualita’ di Ministro dell’ Economia, a seguire da vicino l’ emanazione del regolamento che disciplinera’ all’ applicazione della legge sulle quote nelle societa’ controllate”. ” Sono certa – prosegue Lella Golfo – che con la preziosa collaborazione del Sottosegretario Catricala’, unico uomo nella storia della Fondazione ad aver ricevuto la Mela d’ Oro per il suo impegno a favore delle quote, e con il ministro Fornero, premiata appena l’ anno scorso per i suoi innegabili meriti professionali, il governo monti sara’ mettere in atto politiche efficaci per una reale promozione dei talenti femminili in tutti gli ambiti”. (ANSA 7 MAR 12).
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