NAPOLITANO: MONTANELLI, SU DONNE MASSIMA COESIONE PARTITI
FRAMMENTARIETA’ IMPEGNO FEMMINILE VERSO CONQUISTA LEADERSHIP
(ANSA) – ROMA, 22 NOV – ”Le dinamiche sociali profonde e persistenti e pervasive che emergono dal Rapporto di Ricerca dell’Asdo sono cio’ di cui dobbiamo liberarci, perche’ l’esclusione femminile e’ vero che avviene secondo regole non scritte del potere acquisito, ma noi donne queste regole chiave dobbiamo conoscerle per renderle pubbliche e cancellarle”. Lo afferma Wanda Montanelli, Italia dei Valori, intervenendo al convegno ‘Donne e politica, alle radici della disuguaglianza di genere’. ”E’ questa un’occasione per capire – aggiunge Montanelli – che bisogna agire su due fronti; dall’interno dei partiti, agendo con determinazione per ottenere spazi vitali; e all’esterno. La frammentarieta’ dell’impegno femminile verso la conquista della leadership deve infatti cessare e le donne responsabili di associazioni, istituzioni, imprenditoria, politica, devono costruire una rete fitta e ampissima per ottenere il diritto costituzionale di essere nei luoghi dove si decide il futuro di tutti”.
DONNE. MONTANELLI (IDV): PUNTARE SU COESIONE FEMMINILE
“E SOLIDARIETA’ CON UOMINI INTELLIGENTI”.
(DIRE) Roma, 21 nov. – La ricetta per vincere la discriminazione delle donne? “Coesione femminile e sostegno di uomini intelligenti”. Questo e’ quanto consiglia Wanda Montanelli, responsabile nazionale del dipartimento Pari opportunita’ dell’Italia dei valori, intervenendo come relatrice al convegno “Donne e Politica alle radici della disuguaglianza di genere”, in corso presso la sala delle Colonne della camera dei Deputati. “Il pregiudizio che porta le donne ad essere escluse dai luoghi decisionali deriva da fattori socio culturali- spiega ancora Montanelli- ed e’ come una pietra molto dura”. Commentando il “circostanziato e approfondito rapporto di ricerca” finanziato da Unione europea e ministero del Lavoro, Montanelli ha affermato che “nonostante il formale sostegno che ricevono in vario modo da ampi settori istituzionali, le donne impegnate in politica devono fare i conti con dinamiche sociali profonde e persistenti che, talora anche in modo involontario, finiscono col consolidare il potere maschile”. Tutto questo, conclude Montanelli “e’ favorito anche dalla frammentarieta’ dell’impegno femminile verso la conquista della leadership”.
ITALIA 59ESIMA NEL MONDO PER DONNE IN PARLAMENTO
(ASCA) – Roma, 21 nov – In Italia solo il 17,3% dei deputati e’ donna e appena il 13,7% siede al Senato. Una presenza, inoltre, caratterizzata da un andamento discontinuo della presenza femminile nei due rami del parlamento, tanto che alla Camera si e’ passati dal 15% del 1994, all’11% del 1996 per poi risalire al dato attuale solo nel 2006. In virtu’ della scarsa percentuale di donne alla Camera si pone in una posizione piu’ bassa rispetto ad altri Paesi europei, la cui media complessiva raggiunge il 22,0%. Il nostro Paese, dunque, e’ posizionato mediocremente, al 59* posto, anche nella graduatoria di donne presenti nelle Camere basse di piu’ di 180 Paesi del mondo, superata da molti Paesi del Sud del pianeta. Di questi numeri si discute oggi e domani a Roma nel convegno Donne e politica. Alle radici della disuguaglianza di genere” presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, cui prenderanno parte politiche di tutti gli schieramenti, sindacaliste, studiose e giornaliste. Il convegno, promosso da un partenariato composto da ASDO (Assemblea delle donne per lo sviluppo e la lotta all’esclusione sociale), IAL CISL (Istituto per la Formazione Professionale di Roma e del Lazio), IRES CGIL (Istituto Ricerche Economiche e Sociali), Progetto Donna (Centro Studi per la ricerca e lo sviluppo delle pari opportunita’) e UIL Nazionale, si inquadra all’interno del progetto ”Donne inpolitica” (www.donnepolitica.org), e’ promosso dall’Assessorato al lavoro, pari opportunita’ e politiche giovanili della Regione Lazio, con il finanziamento dell’Iniziativa Comunitaria Equal, promossa dall’Unione Europea e dal Ministero del lavoro. La scarsa presenza delle donne in politica, segnala la ricerca ASDO, non e’ solo un’anomalia italiana: la percentuale media mondiale delle donne nelle ”Camere basse” delle legislature nazionali e’ appena del 16,8%. i Paesi dell’Africa subsahariana, nel loro complesso, arrivano circa allo stesso livello, ossia al 17,0%, come anche quelli dell’Asia con il 16,4%. Il dato del 20,6% (una donna ogni 4 uomini) raggiunto dalle Americhe si posiziona in cima alla classifica, superando, seppur di poco, quello europeo e non di certo per il contributo degli Stati Uniti, con il loro15,2%.
Anche nelle istituzioni politiche regionali la rappresentanza femminile e’ marginale. Per quanto riguarda l’Italia, alle elezioni regionali dell’aprile del 2005 hanno vinto due donne in Piemonte e Umbria, ma se siguarda alle giunte, da nord a sud, la media delle donne presenti in Giunta e’ dell’11%. In Trentino Alto Adige sono al 20,0% degli assessori e’ donna, in Valle d’Aosta l’8,6%, in Friuli-V. Giulia il 13,3%, in Veneto il 10,2%, in Lombardia il 13,9%, in Piemonte l’11,3%, in Liguria il 10,3. Procedendo al centro in Toscana il 26,6% delle presenze inGiunta e’ femminile, in Emilia-Romagna sono il 10,2%, in Umbria il 13,8%, nelle Marche il 15,4%, in Lazio il 15,7%, in Sardegna si scende al 9,4, in Abruzzo sono il 15,4%, in Calabria appena il 4,1%, in Molise sono il 3,3%, in Puglia il 2,9%, in Basilicata si risale un po’ al 10,3%, in Puglia ci si attesta al 2,9% e in Sicilia al 3,3%. La situazione, secondo la ricerca ASDO, non migliora nemmeno nelle realta’ locali piu’ piccole, che dovrebbero offrire un contatto piu’ diretto con il territorio e gli elettori, maggiore concretezza di azione e minori problemi di conciliazione (tutti elementi che si pensa influiscano positivamente nel rapporto tra donne e politica). Infatti, nel 2004, nei comuni con meno di 500 abitanti le donne sindache rappresentavano solo l’11,3%. Una situazione che riflette la partecipazione delle donne negli esecutivi dei partiti politici. Per quanto concerne la presenza delle donne negli organi collegiali di livello nazionale, i partiti di centro-sinistra mostrano una percentuale mediamente piu’ alta rispetto a quelli di centro-destra, anche se, nell’insieme, la percentuale di donne in tali organi e’ solo del 19%. In testa alla classifica della rappresentanza troviamo i Verdi,nei quali il 48,3% dei quadri nazionale e’ donna, seguiti dal PDCI (43,4%), dai DS (33,1%) e dal PRC (31,7%). Rispetto ad altri ambiti qui considerati, la partecipazione delle donne ai sindacati appare piuttosto elevata. Per quanto riguarda l’Italia, nel 2002, le donne iscritte alla CGIL erano circa il 50% del totale, quelle aderenti alla CISL circa il 45%, mentre solo la UIL presentava percentuali inferiori, pari a circa il 18% degli iscritti (ETUC, 2003). Alcune stime parlano di una tendenza alla crescita. Tuttavia, l’asimmetria della presenza femminile ai livelli apicali e’ un fenomeno che riguarda anche il sindacato. Nessuna donna, fino a tutto il 2005, ha ricoperto la carica di segretario generale nei 4 grandi sindacati nazionali. Solo nel 2006, infatti, il congresso confederale dell’UGL ha designato una
donna, Renata Polverini, a tale incarico. La presenza delle donne nelle segreterie generali dei sindacati e’ ancora bassa, a parte il caso della CGIL, ove il numero di donne e’ pari a quello degli uomini, grazie all’applicazione rigorosa di un sistema di quote. Passando al livello regionale e provinciale la presenza delle donne nelle segreterie dei grandi sindacati confederali risulta molto scarsa, o quasinulla. E’ da sottolineare che, nonostante l’attenzione posta al livello nazionale, anche nella CGIL solo il 10% dei segretari regionali e’ donna.
NAPOLITANO: PARTITI CONSENTANO A DONNE DI RICOPRIRE VERTICI POLITICA
(ASCA) – Roma, 21 nov – I tempi perche’ le donne ricopranoposti di vertice nello Stato e in politica ”sono maturi da un pezzo”. Quello che serve e’ che se ne rendano conto i partiti politici, modificando la vita e le regole democratiche al loro interno per poter consentire alle donne di candidarsi ai vertici. Lo afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando brevemente con igiornalisti dopo la sua visita alla seconda universita’ di Roma, a Tor Vergata.
NAPOLITANO: MATURI I TEMPI PER VEDERLE AI VERTICI
IL PROBLEMA NON DI NORME DI LEGGE,MA DI VITA DEMOCRATICA PARTITI
(DIRE) Roma, 21 nov. – I tempi per vedere le donne ai vertici del Paese “sono maturi da un pezzo”. Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a margine del convegno dal titolo “A 60 anni dalla nascita della repubblica e dalla costituente”, che si e’ tenuto stamattina presso la facolta’ di lettere dell’Universita’ di Roma di Tor Vergata. “Se c’e’ una democrazia funzionante, e se ci sono nei partiti politici delle procedure democratiche- ha sottolineato Napolitano- credo che le donne possano ottenere il riconoscimento che gli spetta”. Dunque, secondo il capo dello Stato, il problema delle donne ai vertici e’ legato, piu’ che altro, alle scelte interne dei partiti. “Mi pare- ha detto, infatti, Napolitano- che il punto non sia tanto quello di afre norme di legge, quanto quello di modifiche nella vita democratica dei partiti che poi esprimono le candidature. Questa e’ la strada maestra”. Napolitano ha, infine, ricordato che in Italia ci sono “esempi positivi di donne che hanno raggiunto responsabilita’ di governo anche notevoli. Ma- chiude- sono esempio ancora molto limitati”.
NAPOLITANO: DONNE AI VERTICI? SERVE PIU’ DEMOCRAZIA NEI PARTITI
E’ questa la “via maestra” più che le quote rosa
Roma, 21 nov. (Apcom) – Più democrazia nei partiti per consentirealle donne ruoli di primo piano in politica. E’ questa, secondoil presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e non tanto lavia normativa delle quote rosa, la “strada maestra” per giungere ad un impegno maggiormente riconosciuto delle donne ai vertici della politica e della società italiana. Il capo dello Stato lo ha detto rispondendo ad una domanda dei giornalisti al termine della sua partecipazione a un incontro alla facoltà di Lettere diTor Vergata. I tempi sono maturi per un impegno delle donne ad alti livelli in politica e nella società? “Se c’è una democrazia funzionante, se ci sono all’interno dei partiti procedimenti democratici – ha spiegato il presidente – le donne possono ottenere il riconoscimento che a loro spetta”. Quindi “più che con altri mezzi che non sono stati efficaci – ha ribadito Napolitano – è questa la strada maestra, il punto non sta tanto nelle norme di legge quanto in una modifica nella vita democratica dei partiti”.
Il capo dello Stato ha osservato che “cisono in Italia esempi positivi di donne con importanti responsabilità di governo” ma, purtroppo, si tratta ancora di esempi “troppo rari”. Il capo dello Stato collega quindi una maggiore presenza delle donne in ruoli importanti per la vita dello Stato alla maturazione della democrazia nei partiti: una svolta culturale più che un obiettivo da ottenere con leggi o con interventi come le quote rosa.
NAPOLITANO, PER DONNE AI VERTICI PIU’ DEMOCRAZIA NEI PARTITI
‘ESPRESSIONE DI CANDIDATURE PIU’ IMPORTANTE CHE NORME DI LEGGE’
Roma, 21 nov. (Adnkronos) – Per favorire una presenza piu’ ampiadelle donne in politica e ai vertici del governo e dello stato, occorre una dose piu’ massiccia di democrazia all’interno dei partiti.E’ questa la convinzione che esprime il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al termine del convegno su ‘Donne e uomini nella politica’ apertosi stamane -con una relazione della giornalista e scrittrice Miriam Mafai- a Roma presso il dipartimento di Storia dellafacolta’ di Lettere e Filosofia dell’Universita’ ‘Tor Vergata’ e che proseguira’ nel pomeriggio al Palazzo Chigi di Ariccia. Per il capo dello Stato, ”il punto non e’ tanto quello di norme di legge, quanto di modifiche nella vita democratica dei partiti, che poi esprimono le candidature”. Napolitano riconosce che ”ci sono in Italia esempi positivi di donne che hanno raggiunto responsabilita’, anche di governo, notevoli”. Ma sottolinea: ”pero’, sono esempi ancora molto limitati”.
Il presidente della Repubblica considera che, per avere in Italia donne ai vertici del governo e dello stato, ”i tempi sono maturi da un pezzo. Credo che abbia ragione Miriam Mafai quando -nella relazione d’apertura al convegno dell’Universita’ di ‘Tor Vergata’- dice che quando c’e’ una democrazia funzionante e se ci sonoanche all’interno dei partiti politici procedure democratiche, le donne possono ottenere il riconoscimento che a loro spetta. Quindi -conclude Napolitano- forse piu’ che con altri mezzi che non sono stati efficaci, la strada maestra e’ questa”.
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