(AGENPARL) – Roma, 17 apr – Cresce nelle aziende di pubblici servizi la presenza di donne in ruoli e aree di business significativi. Le competenze tecniche e la cultura del servizio al cittadino di cui le donne sono portatrici hanno modificato in questi ultimi anni le strutture organizzative delle aziende di servizi pubblici (Acqua, Gas ed Energia elettrica). E la rivoluzione che la legge sulle quote rosa innescherà nei prossimi mesi darà un’ulteriore impulso alla crescita quantitativa delle donne nei cda e collegi sindacali e, si auspica, nelle organizzazioni aziendali. E’ questo il dato emerso dalla presentazione della seconda Indagine Federutility – Acta su ‘Occupazione e competenze nelle public utilities: il ruolo delle donne’, presentata stamane a Roma presso la sede del Gse. Alla presentazione hanno partecipato Alessia Mosca (Deputata), Lella Golfo (Presidente Fondazione Bellisario), Susanna Stefani (Vice presidente Governance Consulting), Mariacristina Spinosa (Assessore alle Pari opportunità Comune di Torino), Liliana Ocmin (Segretario Confederale Cisl), Alessandra Servidori (Consigliera Nazionale Parità) e Gaia Checcucci (Vice Presidente Federutility), con la moderazione alla tavola rotonda di Laura Chimenti (Tg1). La ricerca ha mostrato che la presenza delle donne nelle aziende di pubblici servizi è aumentata nell’area marketing (+22%), comunicazione (+20%), tecnica (+ 15%), approvvigionamenti (+13%, settore particolarmente significativo dal punto di vista dell’etica). Nell’area commerciale – marketing, la presenza femminile si attesta al 48%; nelle Relazioni esterne al 59%. Sono tuttavia ancora lievi i cambiamenti negli organi societari delle aziende di servizi pubblici, dove la presenza femminile risulta ancora scarsa. Di qui, l’attesa per i prossimi rinnovi che i Comuni (azionisti di riferimento) saranno chiamati a fare.
Per Adolfo Spaziani, dg di Federutility (la Federazione che rappresenta le aziende di servizi pubblici locali dei settori idrico ed energetico): “E’ in crescita l’apporto quantitativo ma soprattutto qualitativo delle donne nelle aziende di pubblici servizi. Le nostre aziende dimostrano dai dati di saper valorizzare il patrimonio di competenze che le donne portano con sé. Il processo di liberalizzazione che alcuni settori (in particolare quello dell’energia) hanno vissuto negli ultimi anni ha facilitato politiche assunzionali meritocratiche, le sole in grado di alimentare l’equità interna ed un accrescimento di valore per azionisti, utenti e cittadini”.
Per Lella Golfo, Presidente della Fondazione Bellisario e co-autrice con Alessia Mosca della Legge 120/2011 che prevede entro il 2022 la parità di genere negli organi societari di aziende quotate e partecipate da enti pubblici: “Siamo orgogliose della rivoluzione innescata. La legge sulle quote rosa è un antibiotico che farà bene all’economia del Paese, non solo alle donne. Staremo a vedere i prossimi rinnovi delle quotate e delle partecipate, complessivamente oltre 9 mila imprese, dai quali ci aspettiamo circa 4 mila ingressi femminili”.
“La formazione continua e specifica è una delle richieste maggiori che le donne in posizioni di vertice richiedono”. Così Susanna Stefani (Vice presidente Governance Consulting) che ha sottolineato come le donne che si apprestano ad entrare nei cda o che già vi fanno parte chiedono “per la loro naturale pignoleria e meticolosità una formazione adeguata. In genere – ha osservato – gli uomini ritengono di sapere già tutto, di non necessitare di approfondimenti su bilanci e norme. Inoltre il tema dell’etica è entrato nella formazione proprio su impulso delle donne”.

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