una battaglia per il principio di uguaglianza

dip - DONNE IN PIAZZA CONTRO LA COMPLEMENTARIETA' DEI SESSI

La storia vuole che nell’XI secolo il paese che oggi è la Tunisia fosse teatro di alcune rarità: una principessa, colta, pia, giusta, e soprattutto donna, di nome Oum Millel, governò (come reggente) sotto la dinastia degli Ziridi. Era la zia dell’emiro Ziride Al Moez Ibnou Badis, che arrivò al trono nel 1015 all’età di 8 anni, e fu proprio lei ad iniziarlo negli affari pubblici.
Come dimenticare poi la principessa aghlabita Fatma al Fihrya, che ha costruito una delle più grandi università marocchine a Fès, l’università «Al Quarouiyine». Era la seconda università del mondo musulmano dopo Kairawan, e molto prima della famosa Al Azhar, in Egitto. Sono queste alcune delle tante memorie importanti che le donne tunisine hanno di quella che è la Tunisia di ieri e per il domani. Una storia fatta anche di donne importanti. Ma la storia maghrebina e araba straborda di donne eccezionali, anche se questa presenza viene molto spesso nascosta dietro il velo dell’ignoranza.
In Tunisia, il 13 agosto è il simbolo della festa della donna. Ma la festa e la gioia per le donne tunisine diventano oggi l’occasione per una agguerrita manifestazione contro la nuova costituzione che vorrebbe prevedere uno stato di minorità della donna rispetto all’uomo. Un modo per ricordare a chi è al potere, che anche loro, le donne, sono la Tunisia e non una mezza parte dell’uomo della Tunisia. Il messaggio va dritto agli islamisti al potere, affinché il paese non cada nell’oscurantismo, perdendo la bussola della libertà e della giustizia che si basa sul principio dell’uguaglianza tra i cittadini, uomini e donne.
Nemmeno il Ramadan riesce a dare tregua a queste donne, sempre più inquiete per il loro futuro in quella che doveva essere la loro nuova Tunisia dopo Ben Ali. Era il 13 agosto 1956 quando il progressista Habib Bourghiba aveva aperto loro quello spiraglio di libertà con la promulgazione dello statuto personale della donna. Che, tradotto, equivaleva alla carta per l’emancipazione della donna tunisina. Un passo coraggioso, e fondamentale, che ha aperto la strada ai paesi del Maghreb, come il Marocco e l’Algeria, che hanno a loro volta promulgato statuti all’avanguardia per l’emancipazione della donna. Con Bourghiba veniva sancita l’uguaglianza della donna con l’uomo. Passi giganti per società che si reggono su modelli patriarcali radicati, difficili da estirpare.
Ebbene, quei fondamenti rischiano di sgretolarsi, in nome di un modello di società – ahimé nel 2012 – che si vuole disegnare sotto il principio non di uguaglianza ma di «complementarità agli uomini». E non è poca cosa perché si tratta della designazione della nuova costituzione tunisina, vale a dire il futuro di questo paese. La nuova bozza dell’articolo 28 (che dovrà ancora essere approvata dal Parlamento in seduta plenaria) stabilisce infatti che «lo Stato assicura la protezione dei diritti della donna, sotto il principio della complementarità all’uomo in seno alla famiglia e in qualità di associata all’uomo nello sviluppo della Patria». Complementarità e non più uguaglianza. Di fatto la donna smette di esistere come individuo a sé. Ed è definita solo in funzione del uomo. Per questo si scende in piazza a Tunisi alle ore 21 lungo l’avenue Habib Bourghiba, ma anche nella Parigi della diaspora tunisina, a Place du Chatelet. Una protesta che chiede il ritiro del testo discriminatorio. Perché il paese e le tunisine non paghino la rivoluzione al prezzo dell’oscurantismo, sacrificando i diritti delle donne, ma soprattutto dell’uguaglianza.
Perché una volta fuoriusciti dal principio di uguaglianza, tutto è possibile. Niente è più tutelabile per le donne tunisine. Tutto può essere giustificabile, in nome di quella complementarità. Che non è altro che la mano e il potere dell’uomo sulla donna. L’inizio dell’abisso, per una Tunisia che non se lo merita. Per un’area geografica, quella del Maghreb, che ha fatto passi da gigante nella via dei diritti e non vuole tornare indietro. (di Karima Moual 13 agosto 2012)

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