Aumentano le richieste d’aiuto delle vittime di attacchi e persecuzioni da parte degli uomini Un incremento frutto soprattutto della consapevolezza di poter trovare un sostegno

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 NEL MIRINO DEI VIOLENTI. SEMPRE PIU' NUMEROSI GLI SOS

di Francesco Cosimini
BARGA. Le violenze sulle donne non calano. Anzi. Emerge dai freddi dati, dal numero di storie di maltrattamenti seguite da una richiesta di aiuto che, non va dimenticato, rappresentano solo la punta dell’iceberg. Sono una parte esigua dei drammi che, troppo spesso, rimangono nascosti tra le mura di casa. I numeri sono rappresentati dalle vicissitudini delle persone che, riuscendo a trovare la forza e il coraggio di raccontare quanto stavano subendo, si sono rivolte ai canali istituzionali, ai centri antiviolenza o agli sportelli d’ascolto.
Anche nel nostro territorio, tra le vittime della violenza maschile, che sia quella del compagno o dell’ex tale, ci sono molte giovani e giovanissime che sono riuscite a far squillare il telefono o a far suonare il campanello di chi poteva aiutarle. Una situazione confermata dal centro antiviolenza “La Luna” di Lucca (presente da tre anni con uno sportello anche a Fornaci di Barga) e dai punti di ascolto “Non ti scordar di te” presenti in Valle del Serchio, dopo il femminicidio di Vanessa Simonini, a Ponte di Campia dal 2011 e a Castelnuovo dallo scorso novembre.
Intanto emerge che non ci sono differenze nel tipo di violenze tra Lucca e Valle: è un fenomeno trasversale, che si traduce soprattitto in attacchi fisici e psicologici sulla donna, ma anche in soprusi economici, sessuali e stalking. Molto spesso a ricorrere a questi comportamenti, intrecciati tra loro, non sono estranei, anzi. In tante storie è il partner, o l’ex, insomma una persona con la quale c’è o c’è stata una relazione affettiva significativa, cosa che rende solitamente più difficile e doloroso il percorso di presa di coscienza prima e di uscita poi.
Dalle due associazioni emerge che, frequentemente, anche i mezzi informatici (web, social, applicazioni di messaggistica sui telefonini e così via) vengono usati, da partner o ex, per esercitare un controllo eccessivo sulla quotidianità della loro vittima. «Ribadiamo l’importanza di non sottovalutare questi atteggiamenti -spiegano da Non ti scordar di te- che spesso vengono confusi con forme di corteggiamento, gelosia e attenzione, mentre in realtà possono celare comportamenti possessivi potenzialmente pericolosi».
Tornando ai freddi numeri quelli del nostro territorio sono in linea con il 9° rapporto sulla violenza di genere in Toscana, uscito il 25 novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne. Intanto cresce il numero delle giovanissime che si rivolgono ai centri antiviolenza, e non necessariamente perché siamo di fronte a un fenomeno in crescita, quanto piuttosto (e questo è un lato positivo) in conseguenza dello «sviluppo di una maggiore consapevolezza e quindi pretesa, di riconoscimento dei diritti delle donne da parte delle nuove generazioni». Merito anche soprattutto dell’attività di sensibilizzazione svolte da centri e associazioni «sui territori e in particolare nelle scuole». Insomma, più se ne parla e meglio è.
Ma cosa spinge alcuni uomini a comportamenti simili: «Non sono -spiegano dalle associazioni- raptus improvvisi, gesti motivati dalla gelosia o da alterazioni temporanee dello stato psicofisico dell’uomo, come spesso erroneamente vengono descritti anche dai media». L’importante è ricordare a tutte i servizi presenti sul territorio, far loro capire che non sono sole. La Luna (telefono 0583 997928) nel 2017 ha raccolto gli Sos di 211 donne (160 italiane, 51 straniere), soprattutto nella fascia d’età dai 30 ai 39 anni, e dall’inizio dell’anno le donne che si sono rivolte all’associazione sono già 21. Una cinquantina invece quelle che hanno chiesto aiuto (10 solo nel 2017) a Non ti scordar di te (0583 766094) dal dicembre 2011.

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