Comunicato Stampa

Dopo mesi di inutili votazioni e di estenuanti bracci di ferro, nell’assenza totale di nominativi di donne per la Corte Costituzionale, finalmente una proposta di metodo democratico avanzata da Maccanico e Zaccaria piu’ rispettosa del confronto di storie, esperienze e competenze. Se accolta dalle forze politiche come auspichiamo, puo’ diventare lo strumento per scegliere con criteri paritetici tra donne e uomini i due giudici da gennaio venuti meno alla Consulta. Solo da una rosa di nomi infatti, che siano tecnici e politici insieme ,potranno emergere candidature di eccellenti giuriste che apporterebbero alla corte un punto di vista di genere sempre piu’ insostituibile di fronte alle delicatissime questioni su cui ogni giorno e’ chiamata a pronunciarsi. Al momento, in vista della la prossima fine del mandato di Fernanda Contri, siamo sul punto di avere il massimo organo di garanzia costituzionale tutto maschile, pari a quello che cancello’ le quote nel 1995 riportando paurosamente indietro l’Italia sull’equilibrio di genere nelle istituzioni.
E non abbiamo remore a fare nomi di donne papabili: da Lorenza Carlassare a M.Rita Saulle, da Elena Paciotti a Ombretta Fumagalli Carulli, a Margherita Raveraira, Simonetta Matone. Ed altre se ne potranno aggiungere. Nessun alibi quindi sulle disponibilita’ di competenze femminili.
Alla ripresa delle votazioni dopo il referendum ci aspettiamo un segnale significativo dai due schieramenti e dai loro leader Prodi e Berlusconi. Diversamente, l’ultima speranza dovremmo riporla nelle due designazioni che il Presidente della Repubblica dovra’ fare a fine novembre. Ma a lui chiediamo di tenere autorevolmente presente l’istanza di equilibrio fin da questo difficile passaggio.

da Rita Capponi -Comitato di pressione per le leggi paritarie-

Categorizzato in: