Roma, 23 feb. – (Adnkronos) – ”La parola femminile non c’e’ nel programma dell’Unione”. Lo dicono le candidate di Rifondazione comunista, oltre il 40% nelle liste del partito, che questa mattina si sono presentate in una conferenza stampa illustrando la loro ‘carta d’intenti’. In lizza per un seggio parlamentare Maria Luisa Boccia, Lidia Menapace, Giovanna Capelli, Daniela Dioguardi, Erminia Emprin, Mercedes Frias, Elettra Deiana, Titti De Simone, Graziella Mascia, Maria Celeste Nardini, Marilde Provera, Tiziana Valpiana. ”In assenza di parola femminile -sottolineano le esponenti del Prc nella loro ‘carta’- tutto il programma, a cominciare dalle sue priorita’ (pace, lavoro, democrazia, cittadinanza, giustizia) rischia di occultare la differenza tra i sessi e del modo in cui essa attraversa e segna ogni aspetto della vita, dunque ogni questione e scelta della politica. E’ un programma frutto di un confronto e accordo tra gruppi dirigenti politici, a forte prevalenza maschile. Da questo punto di vista e’ perfino un buon programma”. ”C’e’ per noi tutta intera la sfida di colmare quell’assenza, per indurre gli uomini a mettere in gioco la propria differenza. A partire da alcune priorita’: il ripudio della guerra, costituzione e
democrazia, liberta’ di convivere, liberta’ nel lavoro, liberta’ di cittadinanza. Con la presenza delle donne -concludono le candidate di Rifondazione- e’ la politica a guadagnarci”.
‘USCIAMO DAL SILENZIO’: PRODI, RITOCCARE PROGRAMMA
Lettera e invito ai candidati Unione: incontriamoci l’8 marzo
Milano, 23 feb. (Apcom) – La denuncia del “tradimento dell’impegno già assunto sui Pacs” e la richiesta una discussionepiù approfondita sulla flessibilità del mercato del lavoro, interruzione di gravidanza e immigrazione. Sono queste l’accusa e la proposta che l’assemblea milanese delle donne “Usciamo dal silenzio”, reduce dal successo della manifestazione che il 14 gennaio ha portato in piazza a Milano oltre 100mila persone, rivolgono a Prodi e ai candidati dell’Unione alle prossime elezioni politiche. Ai quali propongono un incontro per discutere di temi quali la legge 194 del 1978, i Pacs e la laicità dello Stato. Le richieste dell’assemblea, una mobilitazione nata quasi spontaneamente nel novembre scorso, sono state affidate a una lettera aperta presentata ieri sera nel corso di un movimentato incontro alla Camera del Lavoro di Milano. “Questa lettera – ha spiegato Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil Lombardia – è il frutto di un percorso collettivo, nato per dare continuità al movimento da quattro gruppi di lavoro: sulla salute riproduttiva, sul lavoro, sulla politica e sul riconoscimento sociale”. “Con questa forma di interlocuzione – ha proseguito – chiediamo alle “eleggibili” e agli “eleggibili”, come li definisce la nuova legge elettorale, che ci dicano che senso ha avuto per loro la manifestazione del 14 gennaio. Chiediamo ai politici di esporsi, alla luce del dibattito dei nostri gruppi di lavoro”. Le donne milanesi non fanno sconti all’Unione, il cui programma è stato criticato in primis per “l’assoluta continuità che dimostra con la logica della donna soggetto debole”. La richiestarivolta a Prodi è chiara: fare in modo “che venga ripensata allaradice la collocazione che la politica maschile da sempre hariservato alla donna, considerata gruppo sociale svantaggiato, da proteggere e tutelare”. L’incontro con i candidati dell’Unione è previsto per l’8 marzo alle 18 nella sede della Società Umanitaria a Milano. “Puntiamo comunque – ha detto Camusso – a organizzare iniziative analoghe anche in altre città”.
Commenti