(DIRE) – BOLOGNA- Vessazioni, impossibilita’ a conciliare carriera e vita familiare, ma anche casi di vere e proprie molestie sessuali. Sono alcune delle cause maggiormente diffuse di discriminazione che le donne subiscono nel luogo di lavoro: a segnalarle il rapporto delle consigliere di parita’ della Regione, presentato stamane a Bologna. Lo studio, a cura di Laura Serantoni e Donatella Orioli, riguarda i 351 casi segnalati alle consigliere nel 2004: di questi, 163 sono episodi di discriminazione, mentre 188 sono state le richieste di informazioni o consulenze. “Si tratta di un lavoro utilissimo- commenta la presidente dell’Assemblea regionale, Monica Donini, intervenuta alla presentazione- perche’ squarcia un velo e ci sollecita a compiere delle scelte. L’Emilia-Romagna presenta un tasso di occupazione femminile altissimo, ma questo non elimina il problema della discriminazione. E’ interessante, per esempio, notare quanto sia ancora frequente il licenziamento in caso di maternita’ o le strane dimissioni che le lavoratrici in stato interessante danno”. Il rapporto dice che al primo posto tra le discriminazioni spiccano le vessazioni, termine col quale si intende fare riferimento a violenze morali o psichiche. Segue il problema della conciliazione tra lavoro e tempi di vita, maternita’, dinieghi di trasferimenti o di part-time. Piu’ ridotti i casi di molestie sessuali.
Ma chi viene discriminato? Si tratta, nel 37% dei casi, di donne dai 30 ai 40 anni e nel 31% dai 40 ai 50 anni. Relativamente alla realta’ economica nella quale vengono evidenziati comportamenti discriminatori, il 67% dei casi e’ concentrato nel settore privato e il resto in quello pubblico. Per quanto riguarda la dimensione delle aziende, la maggior parte delle segnalazioni di discriminazione (68%) arrivano da imprese medie o grandi. Quanto allo stato delle pratiche, il 55% e’ ancora in corso, mentre per quelle gia’ chiuse il grado di successo per la lavoratrice e’ altissimo, pari al 95%.

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