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 21 ANNI, IL PREMIO NOBEL A SUU KYI AD OSLO LEADER 
 OPPOSIZIONE BIRMANA AVVERTE 'STRADA PER DEMOCRAZIA LUNGA'

OSLO, 16 GIU – La leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha stamane ricevuto formalmente, in una cerimonia affollatissima ad Oslo, il premio Nobel per la pace che le era stato conferito nel 1991, quando si trovava agli arresti sotto il regime militare del suo Paese. Nel discorso di ringraziamento, Aung San Suu Kyi, ha sottolineato che la strada verso una piena liberta’ politica e’ ancora lunga per la Birmania. ”Le ostilita’ non sono cessate nel Nord e anche nelle zone occidentali le violenze proseguono”, ha spiegato il premio Nobel, nel suo primo viaggio all’estero da 25 anni a questa parte. Suu Kyi, figlia del generale Aung San, eroe dell’indipendenza birmnana assassinato da avversari politici, ha messo in guardia da eccessi di ottimismo sulle trasformazioni in corso nel suo Paese, dove un governo aperto parzialmente ai civili continua a tenere in carcere molti oppositori politici. ” Ci sono ancora tanti detenuti in Birmania e abbiamo paura che il mondo si scordi di loro, dopo che i piu’ noti sono stati rilasciati”, ha aggiunto Suu Kyi, 66 anni. Ieri, il premio Nobel era arrivata a Oslo dalla Svizzera ed era stata accolta da una folla in tripudio con balli e danze. (ANSA-REUTERS,16-GIU-12)
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San Suu Kyi riceve Nobel pace del 1991, “Ha aperto il mio cuore”

Oslo, 16 giu. – La leader dell’opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, ha appena ricevuto a Oslo il premio Nobel per la Pace del 1991, mai ritirato per il timore allora di non poter rientrare in Birmania se ne fosse uscita agli arresti domiciliari come era ai tempi. Nel ringraziare San Suu Kyi il responsabile del Comitato del Nobel, Thorbjorn Jagland ha definito la donna “un dono prezioso per tutta la comunita’ mondiale”. “Questo premio Nobel ha aperto una porta nel mio cuore” ha risposto San Suu Kyi spiegando, a una platea che l’ha ascoltata in piedi, come il riconoscimento ha ai suoi tempi contribuito a darle la forza di continuare la lotta.
“Personalmente – ha detto la leader applaudita dalla platea – ricevere il Nobel ha ampliato le mie preoccupazioni per la democrazia e i diritti umani al di la’ dei confini nazionali”.
“La pace assoluta nel mondo e’ un obiettivo impossibile – le ostilita’ non sono ancora finite nel nord della Birmania – ha aggiunto – e nella parte occidentale del Paese le violenze sono tornate solo pochi giorni prima che io iniziassi il mio viaggio in Europa”. “Non dimenticateci anche noi apparteniamo al vostro mondo”. La leader ha anche annunciato che il premio in denaro sara’ usato per creare programmi scolastici per giovani birmani. “L’abbiamo attesa per molto tempo – ha affermato Jagland nel suo discorso – attesa che sappiamo che anche per lei e’ stata ugualmente estenuante”. Jagland ha quindi ringraziato San Suu Kyi per “la sua tenacia e la sua forza. La sua intera vita e’ un messaggio a tutti noi a noi sottostare mai ad alcuna violenza. Nel suo isolamento lei e’ diventata la coscienza morale di tutto il mondo””. (Agi 16.06.12)
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Suu Kyi a Oslo: Nobel mi fece sentire ancora viva

(TMNews) – Ricevere il Nobel nel 1991 significò che la Birmania non “sarebbe stata dimenticata”, accettarlo oggi significa continuare a battersi per la democrazia, adoperandosi per sostenere “il processo di riconciliazione nazionale” in atto nel Paese. E’ quanto ha dichiarato oggi a Oslo Aung San Suu Kyi, insignita 21 anni fa del Premio Nobel per la Pace mentre si trovava agli arresti domiciliari. Vincere il Nobel “mi fece sentire di nuovo viva, mi riportò all’interno nella più vasta comunità umana”, ha detto la leader dell’opposizione, sottolineando che il Premio ebbe il merito di attirare l’attenzione del mondo sulla situazione del suo Paese, facendo così in modo che “non sarebbe stato dimenticato”. Ventuno anni dopo, nel suo discorso di accettazione, Suu Kyi ha ribadito il suo impegno nel “processo di riconciliazione nazionale”, chiedendo la liberazione di tutti i prigionieri politici del Paese, perchè un solo “prigioniero per reati di opinione è un prigioniero di troppo”. “Se sostengo un cauto ottimismo – ha quindi ammonito – non è perchè non abbia fiducia nel futuro, ma perchè non voglio incoraggiare una cieca fiducia”. Suu Kyi ha infatti ricordato che, nonostante gli accordi di cessate il fuoco firmati dal governo con diversi gruppi di ribelli, scontri sono ancora in corso nel nord e violenze sono state registrate nella zona occidentale del Paese. Tornata in Europa dopo 24 anni, dopo Oslo Suu Kyi è attesa lunedì prossimo a Dublino, in Irlanda, dove parteciperà a un concerto in suo onore con Bono Vox, quindi a Londra, dove si tratterà fino al 25 giugno, tenendo anche un discorso in Parlamento; poi volerà alla volta di Parigi. (fonte Afp 16-GIU-12)
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