egit1801 - DUE 
 ANNI DI CARCERE ALL'ATTIVISTA FATHY

Dopo 141 giorni di carcere in Egitto, l’attivista per i diritti umani Amal Fathy è stata condannata a due anni di carcere con sospensione della pena dietro cauzione di 20mila sterline egiziane e a una multa di 10mila sterline egiziane. La sua colpa: aver postato su Facebook un video in cui denunciava di esser stata vittima di molestie sessuali e criticava il governo per la mancata protezione delle donne.
Fathy è un’attivista per i diritti umani e delle donne, con focus in particolare sulla democrazia e sulle detenzioni arbitrarie di difensori dei diritti umani. Ma è anche la moglie di Mohammed Lofty, a sua volta attivista, che ha fornito assistenza legale ai familiari di Giulio Regeni, torturato e ritrovato morto in Egitto nel febbraio 2016. Lotfy è un ex ricercatore di Amnesty International ed è l’attuale direttore della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, l’ong egiziana che fornisce consulenza legale alla famiglia Regeni.
Lotfy, arrestato con la moglie l’11 maggio scorso, e il figlio della coppia di 3 anni sono stati rilasciati, grazie al doppio passaporto svizzero. “Siamo di fronte a un oltraggio alla giustizia: una persona che ha subito molestie sessuali viene condannata e chi ne è stato l’autore resta in libertà. Amal Fathy sta dalla parte dei diritti umani”, ha dichiarato Najia Bounaim, direttrice delle campagne sull’Africa del Nord di Amnesty International.
“Chiediamo ancora una volta al governo egiziano di rilasciare immediatamente e senza condizioni Amal Fathy e di annullare tutte le accuse nei suoi confronti. Il fatto che sia finita in carcere solo per aver espresso pacificamente le sue opinioni è un affronto alla libertà d’espressione garantita dalla Costituzione egiziana e dagli obblighi internazionali sui diritti umani dell’Egitto e fa suonare beffarde le ripetute promesse delle autorità del Cairo di combattere le molestie sessuali”, ha aggiunto Bounaim. Secondo un rapporto del 2017 dell’Onu, il 60% circa delle donne è stata vittima di molestie sessuali.
Gli avvocati dell’attivista hanno annunciato che ricorreranno contro la sentenza. Intanto, Fathy è in carcere dall’arresto a maggio ed è oggetto di un’altra inchiesta, per la quale è in detenzione preventiva, con le accuse di “appartenenza a un gruppo terroristico”, “diffusione di idee che incitano ad atti di terrorismo” e “pubblicazione di notizie false”. La prossima udienza per decidere se rinnovare o meno la detenzione preventiva è fissata al 14 ottobre. “Mai come oggi nella storia recente egiziana è così tanto pericoloso criticare il governo. Sotto la presidenza di al-Sisi chi esprime pacificamente le sue opinioni è considerato e trattato come un criminale”, ha detto ancora Bounaim.

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