Scampata all’Olocausto, nel 1974 venne nominata Ministro della sanità, riuscendo a depenalizzare l’aborto, decisione pesantemente contestata da gran parte della società francese. Fu il primo presidente del Parlamento europeo
Simone Veil è morta stamattina nella sua casa parigina. Ex ministro della Salute protagonista dell’introduzione dell’aborto nella legislazione francese, Veil è stata una figura chiave della politica e della cultura francese del Novecento, come testimoniano i messaggi di condoglianze e gli elogi tributati in queste ore dall’intera classe politica. “A destra su alcune questioni, a sinistra su altre”, come si era descritta durante il programma televisivo L’Heure de vérité, l’intellettuale francese è stata l’interprete di una corrente, il centrismo, influente ma spesso minoritaria in patria.
Simone Veil era nata a Nizza con il nome di Simone Jacob nel 1927 da una famiglia borghese di origine ebraica. Durante la seconda guerra mondiale fu deportata insieme alla famiglia nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e poi di Bergen Belsen. Al ritorno in Francia, nel 1945, unica sopravvissuta della sua famiglia insieme alla sorella.
Dopo la liberazione riprese gli studi e si iscrisse alla facoltà di diritto e poi a Sciences Po, l’istituto di alti studi politici di Parigi, dove incontrò Antoine Veil. I due si sposarono quasi subito ed ebbero tre figli. Subito dopo l’università decise di intraprendere la carriera forense: fu avvocato, magistrato, fino a essere eletta come segretario al Consiglio superiore della magistratura nel 1970, posto per la prima volta occupato da una donna. Nel 1974, grazie al presidente Valéry Giscard D’Estaing, entrò in politica e venne nominata Ministro della sanità legando il suo nome a una delle riforme più controverse per la società francese del ‘900: la depenalizzazione dell’aborto. Il dibattito, condotto in un’Assemblea in cui sedevano solo 9 donne, è considerato uno dei più aspri e difficili della V repubblica e fu pesantemente contestato da buona parte della società francese.
Figura importante anche per l’Europa, Simon Veil fu presidente del Parlamento europeo nel 1979, dopo essere stata eletta nella lista dai lei guidata in Francia con il 27,5 per cento dei voti. Alla fine dell’esperienza in Europa tornò al ministero della sanità dal 1993 al 1995 nel governo guidato da Édouard Balladur. Quello con Balladur, avvenuta durante la presidenza di François Mitterrand, fu l’ultimo impegno nella politica attiva. Dal 2000 al 2007 fu nominata presidente della fondazione per la memoria della Shoah; nel 2008 diventò la sesta donna eletta all’’Académie française, oltre ad essere membro del Consiglio costituzionale.
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