rn - E' MORTO RENATO NICOLINI, IL GRANDE ARCHITETTO DELL'ESTATE ROMANA

Drammaturgo, amministratore e uomo politico, si è spento a Roma, a 70 anni. La notizia diffusa da un tweet di Stefano Di Traglia, portavoce Bersani: ”E’ stato un grande assessore alla Cultura. Dopo il buio degli anni 80 con lui Roma tornò a vivere”
La notizia è stata diffusa da un tweet di Stefano Di Traglia, portavoce di Pier Luigi Bersani: “E’ morto Renato Nicolini. E’ stato un grande assessore alla Cultura. Dopo il buio degli anni 80 con lui Roma tornò a vivere”.
La sua lunga stagione alla guida dell’assessorato comunale alle politiche culturali lo ha visto protagonista con ben tre sindaci di Roma, Giulio Carlo Argan, Luigi Petroselli e Ugo Vetere, in altrettante ‘giunte rosse’ come allora si definivano le alleanze nei Comuni formate da Pci, Psi, Psdi e Pri.
Fu una vera e propria macchina culturale quella messa in campo con l’Estate Romana che, fra osanna e critiche, ebbe indubbiamente il merito di far riappropriare delle strade e delle piazze i cittadini, in una fase caratterizzata dalla forte minaccia terroristica. Ecco allora le proposte di maratone cinematografiche, spettacoli notturni, recite fra monumenti e aree archeologiche, funamboli di strada, fuochi d’artificio e tutto quanto fa spettacolo.
Laureato in Architettura, Renato Nicolini è stato anche deputato, eletto tre volte in Parlamento: nel 1983 e nel 1987 per il Pci, Partito Comunista italiano, e nel 1992 per il Pds, Partito Democratico della Sinistra.
Non riuscì invece nel 1993 nella sua corsa al Campidoglio, quando si presentò candidato a sindaco di Roma per il Prc, la Rifondazione comunista voluta da Fausto Bertinotti, ma si fermò a quota 8% nei consensi elettorali, stretto nella morsa tra Francesco Rutelli che poi sarà eletto primo cittadino e il suo principale oppositore Gianfranco Fini ‘sdoganato’ da Berlusconi. Fra gli incarichi culturali, ebbe la vicepresidenza del ‘Festival dei Due Mondi’ di Spoleto e la direzione del Teatro Stabile dell’Aquila.
“Sono davvero affranto. Renato fa parte dei ricordi di gran parte della mia vita. Ci siamo conosciuti quando eravamo molto giovani e abbiamo continuato a frequentarci sempre” è il ricordo all’Adnkronos di Gianni Borgna, assessore alla Cultura del comune di Roma nella giunta Rutelli. “I ricordi – continua Borgna – sono infiniti. Quando sono diventato assessore sentii tutto il peso del grande lavoro che lui aveva fatto come assessore negli anni delle giunte Petroselli e Argan. Anche allora ci siamo molte volte sentiti e discusso”. Fu Borgna a nominare Nicolini presidente dell’azienda Palaexpo: “Fu lui il primo presidente fino al 2001”, chiarisce Borgna che aggiunge: “Ultimamente lo avevo incontrato spesso, mi aveva parlato anche della sua malattia e mi aveva detto ‘vedrai che me la cavo’. Era allegro e speravo che veramente l’avrebbe superata. Invece, purtroppo così non è stato”.
La morte di Renato Nicolini “è un grande dolore anche personale” afferma all’Adnkronos Silvio Di Francia, assessore alla Cultura del comune di Roma nella giunta di Walter Veltroni. “Io ero convinto che l’Estate romana ideata da lui – prosegue Di Francia – non era solo un divertimento occasionale ma un vero progetto culturale, tanto che con Renato organizzammo insieme i trent’anni dell’Estate romana diventata uno dei marchi di identità della cultura romana. Ultimamente l’ho sentito ed era abbastanza dispiaciuto di questo momento un po’ grigio dell’estate romana ridotta a gazebo senza contenuti”.
All’Adnkronos parla anche Giorgio Ferrara, direttore artistico Festival di Spoleto. “Per me è stato l’inventore di un nuovo modo di fare lo spettacolo – sottolinea – Aveva delle invenzioni sempre straordinarie, molto raffinate e molto popolari allo stesso tempo”.
Il cordoglio è unanime. ”Rendo omaggio a una delle persone più creative della recente storia politica e culturale di Roma – afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno – Al di là delle visioni politiche, Nicolini è stato per tutti un maestro di come si porta la cultura in mezzo alla gente e di come la cultura può alimentare l’anima e l’identità di una città. Le sue creazioni culturali, e in particolare l’Estate Romana, hanno cambiato la storia della politica culturale non solo di Roma ma di tutte le città italiane”.
”La morte di Renato Nicolini ci rattrista e ci addolora. Con Nicolini scompare uno dei principali artefici della politica culturale romana e italiana” dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
E per Renata Polverini, presidente della regione Lazio, ”con la sua felice intuizione dell’Estate Romana, avvicinando i cittadini alla cultura unita al divertimento Nicolini è stato protagonista e artefice di una rivoluzione nel mondo culturale della nostra città che perdura ancora oggi”.
“E’ davvero difficile dire addio a Renato Nicolini. Ripensare a lui fa venire in mente gioia, vitalità, creatività, non certo morte” le parole di Walter Veltroni. “Quelle estati romane sono state preziose e importanti, quegli eventi, quella idea di città aperta e di cultura capace di parlare a tutti sono nella nostra memoria come nella memoria di tutti – aggiunge Veltroni – Quella idea di cultura è stata una risposta straordinaria a chi, negli anni di piombo, voleva che vincesse la paura, che la gente restasse chiusa in casa. Dobbiamo a Renato anche questo”.
”Uomo di cultura, eccellente amministratore” il ricordo del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. “Nicolini fu l’indimenticato assessore alla cultura del Comune di Roma che, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, inventò l’Estate Romana. Un’esperienza che arricchì la città e, in anni difficili, segnati dal terrorismo, aiutò i cittadini di Roma a riprendere spazi di libertà. Un esempio – prosegue – che si moltiplicò e che fu ripreso dalle amministrazioni di altre città. Uomo lieve ma forte, solido nei suoi convincimenti, Nicolini ci ha insegnato che la buona politica si fa perseguendo un’idea di servizio alla comunità”.
“Renato era una persona speciale e allegra che ha cambiato il volto della città con il suo estro e con la sua invenzione dimostrando che la cultura può cambiare, appunto, il volto di una città e la vita concreta di tante persone” sottolinea Giovanna Melandri, ex ministro dei Beni culturali. “Il suo sforzo continuo a pensare alla cultura, all’arte e alla creatività come a qualcosa di concreto e non effimero – aggiunge Melandri parlando con l’Adnkronos – paradossalmente lo allontana dal termine che lo ha contraddistinto per tanto tempo, quello di inventore dell’effimero. Credo che alla fine gli si addica poco”.
Per Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl Camera, Nicolini ”ha rappresentato un’epoca, l’innesto della fantasia e della cultura nella gestione della città. Tutta questa fase è stata inventata e costruita da lui e da Gianni Borgna e poi politicamente utilizzata con luci e ombre da Veltroni quando è stato sindaco. In ogni caso Nicolini ha avuto in questo contesto una sua propria identità e ad essa e al ricordo di tutto quello che è riuscito a mettere in campo con rispetto esprimiamo il nostro ricordo”.
Il leader di Api Francesco Rutelli ha espresso ”grande dolore per la morte di Renato Nicolini” ricordando che “le sue innovazioni hanno segnato uno strappo culturale e civile nel sonno e negli incubi di fine anni ’70. Un cambiamento di primaria importanza che ha accompagnato la mia generazione”.
Scrive su Twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà: ”Far riemergere Roma da degrado e decadenza, sarà il miglior modo, vero e non retorico, per rendere omaggio a Nicolini. A lui – uomo di una sinistra colta e popolare, innovativa ed ironica, mai banale – sarebbe piaciuto così”.
“Con Renato Nicolini scompare un intellettuale di primaria grandezza e il più innovativo assessore alla cultura che l’Italia abbia mai avuto” ha detto l’Assessore alla Cultura della Regione Calabria e Coordinatore nazionale degli Assessori alla Cultura della Conferenza delle Regioni, Mario Caligiuri. “Nella mia lunga attività di sindaco -continua- Nicolini è stato un punto di riferimento per le iniziative culturali. Con lui, il cosidetto ‘effimero’ è diventato, per chi ne ha saputo interpretare lo spirito, politica utile e concreta per la crescita culturale, civile ed economica delle comunita”. “Nell’Italia di metà degli anni Settanta- conclude Caligiuri- scossa dal terrorismo, apparve questo Assessore che ha rivoluzionato per sempre la politica culturale, facendola diventare un fenomeno popolare ormai entrato nel cuore degli italiani “. (Adnkronos/IGN, 04 agosto 12).

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