(ANSA) – ROMA, 20 FEB – La norma, approvata oggi al Consiglio dei ministri, sulla presenza massima di 2/3 di un sesso nelle liste elettorali per le europee, ”non prefigura alcun risultato ma certamente produrra’ un incremento della rappresentanza femminile”. Ne e’ convinto il ministro per le pari opportunita’, Stefania Prestigiacomo, promotrice della norma, per la quale la previsione della sanzione si e’ resa necessaria per non farne solo una regola-manifesto.
ELEZIONI: GERMONTANI, GOVERNO COLMA DEFICIT DI DEMOCRAZIA
CONVINTO CONSENSO DELLE DONNE DI AN
Roma, 20 feb. – (Adnkronos) – La decisione del governo sulle liste con non piu’ di due terzi di candidati dello stesso sesso ”e’ fortemente innovativa e trova il piu’ convinto consenso delle donne
di Alleanza nazionale”. Lo afferma Maria Ida Germontani, coordinatore per le politiche femminili del partito. ”L’attuale coalizione di governo -aggiunge l’esponente di An- dimostra coesione e unita’ di intenti su un argomento fortemente sentito dalle donne. Cio’ dimostra la consapevolezza dell’attuale vuoto di rappresentanza femminile nelle assemblee elettive, a partire dal Parlamento europeo, e la volonta’ di iniziare un percorso per colmare un riconosciuto deficit di democrazia”. ”Oggi -conclude la Germontani- il governo, grazie alla perseveranza del ministro Prestigiacomo, segna un altro passo in avanti, realizzando in tal modo quel che l’opposizione ha sempre sbandierato, ma mai attuato”.
ELEZIONI:DONNE E POLITICA, I PICCOLI NUMERI DELL’ITALIA/ANSA
(ELEZIONI: SESSO; PRESTIGIACOMO … DELLE 16:16)
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – Il 10% dei deputati, il 9% dei senatori, l’11% dei parlamentari europei, e a livello locale non va molto meglio: sono le cifre dell’ ”anomalia italiana”, che pone il nostro Paese al 70.mo posto nella classifica mondiale, e al 29.mo in Europa, come presenza delle donne nelle istituzioni.Nel Parlamento europeo, le italiane occupano 10 seggi su 87. Alla Camera, su 617 deputati solo 71 sono donne; al Senato, ci sono 26 donne su 321 senatori. All’interno dei gruppi parlamentari, la presenza femminile vede: 41 donne nei Ds, 18 in Forza Italia, 9 nella Margherita, 3 nell’Udc, 4 in An, 4 nella Lega, 4 in Prc, 1 nello Sdi, 1 nel Psi, 2 nell’Udeur, 3 nel Pdci e 4 nei Verdi. Nel governo nazionale, tra ministri e sottosegretari, le donne sono 8 su 80. Nessuna donna ai vertici delle istituzioni italiane. Nessuna donna presidente delle commissioni permanenti, una sola donna al vertice di una commissione bicamerale (infanzia, ovviamente). Nei governi locali: dei 20 presidenti di Regione, solo uno e’ donna (la diessina Rita Lorenzetti, presidente della Regione Umbria); alla Puglia la ”maglia nera” di regione con nessuna donna in giunta.Piu’ scarni i dati riferiti alle candidature: alle politiche del 2001, su 4.910 candidati tra Camera e Senato, le donne erano solo 635, 220 al Senato e 415 alla Camera. Alle amministrative dell’anno scorso, le candidate alla carica di presidente di Provincia erano 2 contro 57 uomini (si votava solo in 5 regioni). Per le regionali, che nel 2003 riguardavano solo Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, erano in lizza, tra candidati alla Presidenza, liste regionali e liste collegate, 204 donne contro 581 uomini (Friuli Venezia Giulia) e 46 donne contro 190 uomini in Val d’Aosta. Per quanto riguarda i Comuni, le donne candidate alla carica di sindaco erano 133 su un totale di 1.476, mentre gli uomini erano 1.343.
ELEZIONI: DONNE; DATO (DL), BENE MA CI VUOLE ANCHE PREMIO
(VEDI: ”ELEZIONI; LISTE NON POTRANNO…” DELLE 14.18)
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – ”E’ una norma che coglie una sensibilita’ forte nella societa’, recepita dai nostri partiti”: la parlamentare della Margherita Cinzia Dato plaude alla decisione del Consiglio dei ministri sulla percentuale di candidature femminili, anche se si rammarica che la norma riguardi solo le elezioni europee e ”il governo non sembra intenzionato ad estenderla alle altre competizioni elettorali”. Dato, che sottolinea l’ opera del ministro delle pari opportunita’ Stefania Prestigiacomo ”che si e’ battuta con forza” per questo risultato, ritiene che ”va bene stabilire una percentuale minima di candidature femminili e prevedere sanzioni per i partiti che non si adeguino, ma bisognerebbe anche prevedere una giusta alternanza e un premio”. Dato, che e’ stata relatrice insieme a Giuliano Amato di una proposta di legge sulle candidature femminili, annuncia che la prossima settimana, quando la commissione affari costituzionali del Senato discutera’ la norma varata oggi dal Consiglio dei ministri, ”ci sara’ un confronto” per ”rendere la norma il piu’ significativa possibile”. In particolare, Cinzia Dato vorrebbe aggiungere alla sanzione – ”che dovra’ essere efficace altrimenti e’ inutile” – un premio per i partiti che riescano a far eleggere piu’ di un terzo di donne. Inoltre, ”bisogna prevedere una alternanza equilibrata, le donne non devono essere
relegate in fondo alle liste”.
ELEZIONI; DONNE; COMITATO, SODDISFATTE MA SI PUO’ MIGLIORARE
(ANSA) – ROMA, 20 FEB – ”Da giorni chiediamo al ministro Prestigiacomo di intervenire sulla riforma della legge elettorale europea, percio’ non possiamo non essere soddisfatte del suo pronunciamento; la sua proposta pero’ dovra’ essere migliorata nel corso dell’ approvazione”: lo afferma Rita Capponi, presidente del Comitato trasversale di pressione e vigilanza sulle leggi elettorali paritarie.”E’ bene – afferma Capponi – che sia stato affermato il principio sanzionatorio di ordine finanziario, anche se riteniamo che come tutte le sanzioni finanziarie possa essere aggirato e quindi non dare i risultati che ci si aspettano. L’unica sanzione severa e’ l’ irricevibilita’ delle liste”. Capponi quindi ribadisce il suo auspicio ”che il ministro Prestigiacomo possa ottenere anche nella legge europea il minimo che si possa richiedere e cioe’ il ripristino della situazione anteriore alla sentenza del ’95. Questa disposizione consente di scendere sotto e cio’ non si puo’ in linea di principio accettare, va discusso, va migliorato e forse sarebbe utile un confronto con il mondo femminile della societa’ italiana che nel merito avrebbe qualcosa da dire”.
PARI OPPORTUNITA’: ARCIDONNA, SODDISFATTA PER DECISIONI CDM
(AGI) – Roma, 20 feb. – Soddisfatta ‘Arcidonna’ per la norma approvata oggi al Consiglio dei Ministri, promossa dal Ministro Stefania Prestigiacomo, che prevede la presenza massima di 2/3 di un sesso nelle liste elettorali per le europee e le sanzioni per i partiti che non rispetteranno tale norma. “Finalmente e’ stata approvata una norma a favore della democrazia paritaria, una battaglia – afferma la presidente dell’associazione Valeria Ajovalasit – che portiamo avanti da anni. Le donne, insieme agli uomini, rappresentano il capitale umano del Paese, e’ quindi importante che oggi come non mai vi si attinga pienamente per individuare le risorse migliori per guidare il Paese stesso alla crescita”.
ELEZIONI: MUSSOLINI, IN MIO PARTITO GIA’ 50% DONNE
(ANSA) – PERUGIA, 19 FEB – ”Il mio partito gia’ dalla nascita conta sulla presenza di un 50 per cento di donne e di un 50 per cento di uomini”: e’ quanto ha sottolineato Alessandra Mussolini, segretaria di Liberta’ di azione, oggi pomeriggio a Perugia a margine della presentazione della lista comune del suo partito con Fiamma Tricolore, Forza Nuova e Fronte sociale nazionale. ”Io mi auguro di avere in lista almeno un terzo di donne -ha aggiunto- anche perche’ sara’ mia cura, poi in Europa, se gli elettori sceglieranno questa opportunita’, di aumentare l’indennita’ di maternita’ e soprattutto il riconoscimento economico del lavoro domestico”.
PARI OPPORTUNITA’: ANDIT, APPREZZAMENTO PER DECISIONI GOVERNO
(AGI) – Roma, 20 feb. – L’ANDIT – Associazione Nazionale Donne Italiane – esprime “moderato apprezzamento” per la decisione del Governo di aprire le liste elettorali ad una piu’ equa presenza delle donne. “Pur non sottovalutando le buona intenzione che ha ispirato la decisione governativa – afferma un comunicato della presidente dell’associazione Silvana Caradonna – non vorremmo che ancora una volta, in pratica, tutto finisse in una delusione per il mondo femminile. C’e’, infatti, da chiedersi chi garantira’ che nella lotta all’ultimo voto per le preferenze, le donne possano avere davvero chances di riuscita? Di fronte a meccanismi ben oleati come quelli dei comitati elettorali e alle spese onerose che i candidati di ogni partito affronteranno per conquistare l’agognato seggio, come faranno le candidate, pur sempre donne, a confrontarsi con simili gioiose macchine di guerra elettorale? Allora -conclude l’Andit- se si vuole raggiungere il risultato, si preveda,ad esempio, che nelle elezioni europee, su tre preferenze espresse l’elettore debba includere una donna e che nelle liste per il maggioritario, le donne vengano inserite nei posti alti della lista per avere la certezza dell’elezione”
ELEZIONI: DONNE; CHITI, 50 PER CENTO A EUROPEE E NELLE GIUNTE
(ANSA) – ROMA, 21 FEB – ”La clausola prevista dal disegno di legge governativo per le elezioni europee, che assicura almeno un terzo di presenza nelle liste ad entrambi i sessi, e’ un primo importante risultato dell’iniziativa che in questi mesi e’ stata portata avanti dalle donne dei vari schieramenti e dai Democratici di Sinistra”. Lo afferma Vannino Chiti, coordinatore della Segreteria Nazionale Ds.”Comunque e’ un passo avanti non ancora sufficiente continua Chiti poiche’ sara’ importante che tra gli eletti ci sia un significativo numero di donne, cosi’ che l’Italia cessi di essere, sotto questo aspetto, maglia nera nel Parlamento europeo. Ed e’ necessario che altrettanto sia fatto negli enti locali, nelle regioni e per il Parlamento nazionale. I Ds spiega Chiti – per quanto li riguarda, candideranno nelle prossime europee il 50% di donne, e chiederanno a tutti i candidati sindaci e presidenti di provincia del centrosinistra d’impegnarsi a portare nelle giunte il 50% di donne. La democrazia in Italia ed in Europa – conclude – ha bisogno di una significativa presenza di entrambi i sessi per essere pienamente all’altezza delle sfide alle quali deve rispondere e per avere una giusta sensibilita’ rispetto alle priorita’ da affrontare”.
ELEZIONI: DONNE; POLLASTRINI, DA GOVERNO UNA ‘MISERIA’
(ANSA) – ROMA, 21 FEB – ”Altro che essere soddisfatti: e’ la solita miseria! Il governo tenta di buttare fumo negli occhi, perche’ in realta’ il Consiglio dei Ministri ha recepito, tardivamente, una direttiva europea e lo ha fatto in modo restrittivo e arretrato”. Lo dichiara Barbara Pollastrini, coordinatrice delle donne Ds della Segreteria Nazionale, in riferimento alla candidatura femminile per le prossime elezioni.”Infatti voglio ricordare – aggiunge Pollastrini – che il Parlamento italiano ha approvato la riforma dell’art. 51 della Costituzione e cioe’ la pari opportunita’ di presenza di donne e di uomini nelle istituzioni. La verita’ e’ che l’unica speranza per avere davvero donne elette, in circoscrizioni cosi’ ampie come quelle europee – continua – e’ prevedere, a partire dalla testa di lista, il cosiddetto metodo cerniera. Significa l’alternanza uomo-donna-donna-uomo nelle liste elettorali. Altrimenti, c’e’ il rischio che anche una maggiore quantita’ di candidate venga collocata in fondo alla lista e resa meno visibile, accumulando uno svantaggio insuperabile. Infatti, come Ds, con un impegno diretto nostro e del segretario Piero Fassino, ci siamo impegnati per l’alternanza di genere ed il 50% delle presenze di donne nella composizione delle liste per le prossime elezioni europee. Naturalmente lo abbiamo proposto all’intera lista unitaria. Di piu’, abbiamo avanzato ai candidati sindaci e delle province in cui si votera’ per le amministrative la richiesta del 50% di presenze femminili nelle giunte. Coerentemente ai ddl che abbiamo depositato – conclude
la coordinatrice – ci batteremo, non appena il provvedimento arrivera’ in aula, per traguardi ben piu’ seri e solidi di quelli proposti dal governo”.
ELEZIONI: FONTANA, DONNE SCELTE PER MERITI E NON PER QUOTE
‘SISTEMA GIA’ SENZA RISULTATI PER VOTAZIONE SINDACI’
Milano, 24 feb. – (Adnkronos) – ”Non credo che le quote siano il metodo giusto per risolvere il problema della presenza delle donne in politica poiche’ c’e’ gia’ stata una legge simile per le elezioni
dei sindaci che pero’ non ha dato risultati”. Con queste parole il presidente del Consiglio lombardo Attilio Fontana, critica la proposta di Romano Prodi di riservare alle donne il 50% delle candidature nelle liste elettorali. ”Le donne -precisa Fontana- non devono essere elette per legge ma per meriti e la candidatura e’ la fine di un processo che nasce piu’ a monte”. Del ruolo della donna in politica si parlera’ lunedi’ 1 marzo nel convegno ‘Una nuova complicita’ femminile per cambiare le regole del gioco’, organizzato d alla Regione Lombardia e dalla Commissione regionale per la realizzazione di pari opportunita’ tra uomo e donna.
”E’ necessario creare un patto di alleanza trasversale tra donne partendo dagli errori del passato e superando le rivalita’ in nome di una competizione virtuosa. Questo per non rimanere emarginate o essere promosse con il contagocce agli incarichi di maggiore prestigio”. Questa la proposta avanzata da Maria Cristina Cinquegrana, presidente della Commissione Pari opportunita’ della Regione Lombardia, in vista del convegno dedicato al ruolo della donna previsto per lunedi’. ”Si dice che le donne -precisa la Cinquegrana- non sappiano stringere alleanze ed e’ per questo che va promossa la strategia della solidarieta’ al femminile. Avanzo un appello perche’ le donne gia’ arrivate e che ricoprono un ruolo istituzionale di prestigio stimolino poi l’integrazione di altre donne e le chiamino a ricoprire ruoli in politica”.
ELEZIONI: MAIOLO (FI), UMILIANTE RISTABILIRE QUOTE DONNE 2004
BASSOLI (DS), CANDIDATE SIANO VALORIZZATE PER ESSERE ELETTE
Milano, 24 feb. – (Adnkronos) – ”Si parla del problema delle donne in politica da trent’anni. E’ umiliante che nel 2004 si debbano ristabilire delle quote per garantire la loro presenza nelle liste. Comunque, in mancanza di meglio, ben vengano anche iniziative come questa”. Cosi’ Antonella Maiolo, consigliere lombarda di Forza Italia, commenta la proposta avanzata sia da Romano Prodi sia da Emma Bonino, di inserire delle quote per le candidate nelle liste elettorali. ”Bisogna anche che le donne siano poi valorizzate per essere elette -aggiunge Fiorenza Bassoli, consigliere lombarda dei Ds, in vista del convegno di lunedi’ sulla ‘Complicita’ femminile per cambiare le regole del gioco’- bisogna fare qualcosa per rompere il tetto di cristallo. Nella legislatura precedente non c’era solidarieta’ tra le donne e questo ci ha fortemente indebolito. L’Unione Europea ha sottolineato che le donne possono cambiare le regole in politica se sono almeno il 30%. Nelle istituzioni pero’, si arriva al massimo al 10%”.
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