L’attrice parla all’Onu a difesa della parità di genere («Voglio che gli uomini si prendano questo compito. Perché le loro figlie, le loro sorelle, le loro madri siano libere dal pregiudizio»). Ma finisce nel mirino degli hacker…
di Stefania Saltalamacchia

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 WATSON ALL'ONU: "DONNE, POSSIAMO ESSERE LIBERE"

Hermione è diventata grande. Emma Watson, l’attrice che nella saga di Harry Potter ha interpretato la piccola maga, lo scorso luglio è stata nominata Goodwill Ambassador, ambasciatrice di buona volontà, dalla sezione delle Nazioni Unite che si occupa della parità di genere. E ha preso l’impegno molto sul serio.
La star ventiquatrenne ha pronunciato il suo primo discorso, il 21 settembre, nella sede Onu di New York, e le sue parole, pronunciate con voce commosa ma ferma, hanno fatto in poche ore il giro della rete, conquistandola.
«Sono stata nominata [ambasciatrice] tre mesi fa», ha dichiarato «e più ho parlato di femminismo, più ho capito che lottare per i diritti delle donne è troppo spesso diventato sinonimo di “odiare gli uomini”. Se c’è una cosa di cui sono sicura è che questa cosa deve finire. Per la cronaca, la definizione di femminismo è: “credere che uomini e donne debbano avere uguali diritti e opportunità”».
E l’attrice ha scelto di credere in questa definizione fin da piccola. «Quando a 14 anni ho iniziato a essere sessualizzata da alcune parti della stampa, quando a 15 anni alcune mie amiche hanno iniziato a uscire dalle squadre sportive in cui erano per paura di apparire troppo muscolose, quando a 18 anni i miei amici maschi erano incapaci di esprimere i loro sentimenti, io ho deciso che ero una femminista e la cosa non mi è sembrata complicata».
Ma oggi, ha continuato l’attrice, la parità di genere è ancora lontana. «Penso che sia giusto che io, come donna, sia pagata lo stesso di quanto sono pagati i miei colleghi uomini, penso che sia giusto che io possa prendere delle decisioni riguardo al mio corpo, penso che sia giusto che mi sia dato lo stesso rispetto che è riservato agli uomini. Ma purtroppo posso dire che non c’è un singolo Paese in tutto il mondo dove le donne possono aspettarsi di ricevere questi diritti»
La Watson si è poi rivolta agli uomini: «Uomini, vorrei sfruttare questa opportunità per farvi un invito formale. La parità di genere è anche un vostro problema. Se gli uomini non devono essere aggressivi per essere accettati, le donne non si sentiranno spinte a essere arrendevoli. Se gli uomini non devono avere il controllo, le donne non saranno controllate».
E ancora: «Voglio che gli uomini si prendano questo compito. Perché le loro figlie, le loro sorelle e le loro madri siano libere dal pregiudizio, ma anche perché ai loro figli sia permesso di essere vulnerabili e umani».
Ma queste parole, apprezzate in tutto il mondo, hanno anche fatto finire l’attrice nel mirino dei celebri hacker che, nelle ultime settimane, hanno violato i profili iCloud di tante star di Hollywood, pubblicando in rete i loro selfie senza veli.
Un misterioso utente, infatti, ha annunciato che entro 4 giorni verranno diffuse le foto hot della Watson, colpevole di «aver fatto stupidi discorsi femministi» e di avere difeso l’amica Jennifer Lawrence, tra le prime vittime degli hacker. «Peggio di vedere violata la privacy delle donne sui social media è leggere i commenti di accompagnamento che mostrano una completa mancanza di empatia», aveva twittato qualche settimana fa l’attrice. E adesso è nato un sito ad hoc che mostra una sua immagine in lacrime mentre scorre il countdown alla pubblicazione delle sue foto private.

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Emma Watson – Wikipedia

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