di Letizia Lanza
Pace
Falcida luna
d’opacità brillante,
cielo d’inverno chiaro –
gemmeo d’astri.
Silere arcano mundi
in dolce natura quïeta –
amica.
Virgo
Si discioglie la chioma –
in discinta imago –
e s’inanella.
Brividano gli occhi:
rifugio piccolo
per troppo alato
sogno?
Cavalli
Fuga di zoccoli
tra fluttue criniere.
Calida possanza sbrigliata
per generosità di muscoli.
Corrusco essudare.
Furia et concitatio
in attimi sconvolti
vivipulsanti.
Umidío vago di
froge –
a sacra pretesa
d’amore.
Superesse
Flash rubicondi
sderenano
il nero.
Numquam rincurva
rabies vitae
sub pïetoso
autonihilirsi?
Brixen
Scintillío virido
montano –
roccia nudopossente
Rimembrare
pallido assorto in
scarno rivivere
postero.
Lontanamente.
Domani
Mortuorum mundus –
cinereo
fatiscens.
Mortuus
alienus
mundus?
Gea
Fonte assetata:
rus arido-pioggia.
Tormento esausto di
natura ignuda.
Viva-vita
Felicitas vivendi –
ineffabile licor.
Favole arcano-magiche
in tragico ventre.
Perché
Vagogrigiano desideri alieni
nulla-annodanti.
Sfarinano ludiche venture
supra
iperopaca oikoumene.
Letizia Lanza
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