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 NOTIZIA: IN NIGERIA E' STATA PROIBITA L'INFIBULAZIONE ALLE BAMBINE

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La Nigeria fa un importante passo da gigante per ciò che riguarda la violenza sulle donne.
Jonathan Goodluck, presidente nigeriano, ha firmato il divieto della pratica delle mutilazioni genitali sulle donne (MGF).

Accade in Nigeria il paese più popoloso dell’Africa.
Accade in Nigeria il paese dove la sfida religiosa e la violenza sessuale contro le donne è stata più crudele e simbolica con i rapimenti di massa delle ragazze da parte di Boko Haram.
Ma c’è ancora molto da fare se pensiamo all’enorme compito che rimane per fermare queste torture sulle donne nel resto del continente.
Con questa nuova legge federale introdotta il 5 maggio che propone appunto di vietare la pratica della rimozione totale o parziale dei genitali femminili esterni, si vorrebbe anche(?) proteggere i deboli, penalizzare gli uomini che abbandonano le donne e i bambini , senza fornire loro un sostegno finanziario.
Il 25% delle donne (15-49 anni) sono vittime di mutilazioni genitali, secondo un rapporto pubblicato delle Nazioni Unite nel 2014.

La pratica:
varia dalla scarificazione alla rimozione totale del clitoride e delle labbra, fino all’ultimo stadio ovvero la sutura. Le conseguenze sono disastrose: può portare a gravi complicazioni come emorragie, infezioni del tratto urinario, perdita di sensibilità, infertilità…
Le MGF (mutilazioni genitali femminili) non rientrano purtroppo sotto la legge in molti altri paesi come la Liberia, il Sudan e il Mali.
L’assurdità è che la Nigeria non è il paese più colpito da questo terribile fenomeno, ma a partire da qui qualcosa potrebbe cambiare.
Secondo un rapporto dell’UNICEF pubblicato nel mese di ottobre 2014, oltre il 90 % delle donne vengono sottoposte a mutilazioni genitali femminili in l’Egitto, Somalia e Guinea. Dunque la decisione del presidente nigeriano è davvero significativa, senza illudenrsi che possa cambiare il corso della storia.

Ma qualcosa si muove.
Stella Mukasa del Centro Internazionale per la Ricerca sulle donne afferma che “è fondamentale intensificare gli sforzi per cambiare concezioni culturali tradizionali che sono forme di violenza contro le donne”.
Rompere i tabù è dunque l’unica soluzione per cambiare l’atteggiamento nei confronti di questa forma di violenza sulle donne.
E’ incoraggiante vedere che la Nigeria ha fatto questa legge. Che qualcosa si muove nel continente africano.
Ma il problema resta aperto: ciò che è più difficile –questo non vale solo per l’Africa ma per il resto del mondo “civilizzato”– è cambiare l’atteggiamento culturale nei confronti della violenza sulle donne.

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