(ANSA) – ROMA, 25 FEB – Le donne prendono piu’ medicine del previsto e non lo dicono al proprio medico mettendo a rischio la propria salute per via di eventuali interazioni con altri farmaci prescritti da altri specialisti. Lo rivela un’indagine svolta all’Universita’ del Minnesota che mette in luce come molti dei farmaci assunti sono per l’ansia, la depressione, ma anche numerose medicine da banco e prodotti erboristici.Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology, mostra che numerosissime donne hanno un vero e proprio amore per i farmaci, mascherato solo dal fatto che tendono a passar sotto silenzio una prescrizione per esempio del ginecologo, quando sono di fronte al cardiologo e viceversa.Su oltre 570 partecipanti, rileva l’autore dello studio Timothy Tracy, il 92 percento prende farmaci sotto prescrizione, il 96,5 percento quelli da banco ed il 59.1 percento prodotti erboristici. Inoltre di quelle che prendono farmaci prescritti il 20 percento ne prende piu’ di un tipo, il 39% piu’ di quattro tipologie. Tra tutte poi, ben il 25 percento prende farmaci contro ansia, depressione ed altri disturbi psichici ed il 2,3 percento di coloro che usano l’anticoncezionale ne mette a rischio l’eficacia con l’Erba di San Giovanni, prodotto erboristico dalle capacita’ energizzanti. Ma non e’ tutto: le donne che prendono antidepressivi prescritti dallo specialista spesso agendo di propria iniziativa pensano ‘bene’ di aggiungere un aiuto erboristico, non sapendo che i prodotti naturali contro ansia e depressione interagisscono negativamente con le medicine tradizionali per la cura di questi disturbi.Tutto cio’ e’ emerso ponendo alle signore tre distinti questionari: nel primo dovevano scrivere di proprio pugno tutti i farmaci usati; nel secondo dovevano indicare se prendessero farmaci da banco come antidolorifici segnando con una crocetta quali; nel terzo infine dovevano barrare con una crocetta altre sostanze prese, come vitamine e prodotti erboristici. Le intervistate, spiega Tracy, sono molto reticenti infatti nel primo questionario non indicano mai tutti i farmaci presi che poi emergono alla luce del secondo e del terzo.”Le donne non hanno la percezione che il loro ginecologo dovrebbe sapere se sono in cura per l’ipertensione o altre malattie – avverte Tracy – ne’ sanno che certi farmaci con altri possono causare interazioni pericolose”. I medici devono prendere atto di cio’ e chiedere espressamente quali siano i farmaci assunti dalle pazienti ad ogni visita.
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