Calamari fritti o pollo ai peperoni? Dilemma di Ferragosto, e non provate a cavarvela con «un’insalatina, mi tengo leggero». Sì è vero, lo dicono anche nutrizionisti e chef: le verdurine -crude, certo- incalzano e battono la parmigiana di melanzane, persino nel giorno votato al banchetto in spiaggia. Resta però il dubbio: pesce o carne bianca, dove sta la verità? La verità sta nel pollo, ci pensa il sito del Comune di Roma a chiarire. Ricorda che per la festa istituita nel 18 a.c. da Ottaviano Augusto («Feriae Augusti», appunto) i romani si scambiano gli auguri e mangiano, mangiano, mangiano. «La tradizione vuole che nell’Urbe il pranzo di Ferragosto -spiega il sito di Roma Capitale- inizi con prosciutto e melone per proseguire con lasagne al ragù, classico pollo alla romana con peperoni e una fetta di cocomero gelato». Altro che insalatina. Capita due volte l’anno ma è bene essere pronti. Cosa mangiamo e cosa facciamo per 363 giorni l’anno non frega niente a nessuno. Ma a Natale e Ferragosto tutti a interrogare. Un menù (con relativo programma) è d’obbligo: in linea con la storia e il ragù, vegano, crudista, da fanatici carnivori tipo «50 sfumature di griglia», oppure unto per quanti decidono «l’estinzione fritta di parecchie specie animali e vegetali». Chi non ce l’ha improvvisa, inventa. E comunque per tutti quelli che il pesce no e i peperoni mi restano sullo stomaco c’è sempre «il Twittermenù di Ferragosto: Antipasto all’insulto con screenshot, Pennette al Poeta, Risotto al battutista, Grigliata di tette, Balli di gruppo». Da domani si ragiona sul Natale. (Maria Lombardi, Il Messaggero, @opificioprugna)
maria.lombardi@ilmessaggero.it
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