Foggia, 23 nov. – (Adnkronos) – Avrebbero ridotto in schiavitu’ due donne bulgare di 52 e 16 anni. Con questa accusa due cittadini serbo-croati rispettivamente, di 46 e 20 anni, padre e figlio, sono stati fermati nei giorni scorsi dai carabinieri del Comando Provinciale di Foggia in esecuzione di un provvedimento emesso dal sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari Lorenzo Lerario e convalidato ieri dal gip del Tribunale. Le indagini sono partite da una segnalazione ricevuta dalla Dna di Roma attivata asua volta da una associazione con sede in Bulgaria che riferiva del presunto rapimento di una ragazza di 15 anni.
Quest’ultima sarebbe stata prelevata nella sua citta’ di originee trasportata in Italia per essere venduta ad alcuni sconosciuti dellaprovincia di Foggia. I carabinieri hanno individuato un campo nomadi alle porte di San Severo, e dopo una serie di pedinamenti e appostamenti, hanno accertatola presenza di due donne bulgare. Il 17 novembre, alle prime luci del giorno, dopo aver circondato l’area, sono entrati in azione, identificando tutte le persone presenti, procedendo a una perquisizione delle roulottes e liberando le due vittime.
La ragazza era stata rapita nell’estate del 2003 mentre si trovava nella sua abitazione in Bulgaria. Poi era stata condotta a Napoli e qui venduta ai due fermati per la somma di 4 mila Lev (la moneta bulgara), equivalente a 2 mila euro. Di li’ era stata trasportata a San Severo dove era tenuta segregata nell’accampamento. La madre 52enne, a questo punto, ha iniziato a cercarla disperatamentee l’ha raggiunta infine, dopo aver venduto ogni suo bene e abbandonatola famiglia. Anche lei, una volta giunta a San Severo, e’ rimasta prigioniera nel campo fino alla liberazione dei carabinieri. L’operazione e’ stata denominata ”Sabina”.

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