Ammontano a quasi un miliardo di euro le risorse che sono state complessivamente attivate dalla Regione Piemonte nell’ambito dei Programmi operativi regionali del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). È uno degli elementi emersi nel corso dell’appuntamento annuale del Comitato unico di sorveglianza. L’organismo, composto da Regione, Governo, Commissione europea, rappresentanti di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università, si è riunito a Settimo Torinese. Al 31 dicembre 2016 il Por Fse, che quest’anno celebra il suo sessantesimo anniversario, ha movimentato oltre 400 milioni di euro. Sono state ammesse a finanziamento più di mille operazioni, coinvolgendo 73.300 partecipanti. Tra gli interventi legati all’istruzione e formazione, le azioni principali si sono concentrate sul contrasto alla dispersione scolastica, con la direttiva orientamento che ha coinvolto oltre 43 mila ragazzi in tutto il Piemonte, e sul rafforzamento dell’istruzione terziaria, grazie ai percorsi triennali Its (Istituti tecnici superiori) e Ifts (Istruzione e formazione tecnica superiore). Sul Por Fesr sono state finora attivate risorse per 553 milioni di euro. L’assessora alle Attività produttive, Giuseppina De Santis, ha sottolineato l’importanza di aver previsto un comitato congiunto dei due fondi, Fesr e Fse, una scelta strategica della giunta regionale che risponde alla volontà di integrare politiche a sostegno di investimenti e innovazione e politiche di coesione sociale. L’assessora al Lavoro, Giovanna Pentenero, ha evidenziato come la strada tracciata sull’utilizzo dei fondi, naturalmente sempre migliorabile, stia iniziando a dare risultati soddisfacenti. Il riferimento è, ad esempio, alla riduzione del tasso di dispersione scolastica. L’assessora alle Pari Opportunità, Monica Cerutti, ha rimarcato la centralità dell’obiettivo trasversale di pari opportunità nella programmazione congiunta dei fondi FESR – FSE. L’assessore alle Politiche Sociali, Augusto Ferrari, ha evidenziato la necessità prima di tutto di guardare alla situazione complessiva del welfare ed in particolare dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari sui territori.
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