di Nadia Angelini
Edizioni “Terre sommerse”
TUTTE LE DONNE DI “FRAGMENTA”
intervista di Fausta Genziana Le Piane
Fragmenta
L’Autrice già nel titolo immette il lettore nella realtà dell’opera che si compone di quadri la cui centralità è l’essere umano visitato con sottile occhio psicologico.
Ciascun racconto è un percorso costellato di gioie e dolori, ansie e speranze che lastricano da sempre la nostra strada di vita in cui la Scrittrice indaga applicando la socratica arte della maieutica. I suoi personaggi sono sollecitati, analizzati, esaltati nei colori dell’animo e poi inseriti in un contesto che non rimane estraneo e silenzioso ma, lentamente, procede anch’esso sul filo della narrazione fino a divenire cornice in cui fare interagire li attori. Questi non rivelano nell’immediatezza il loro io ma giocano quasi con il lettore rivelandosi poco per volta nelle varie situazioni di cui sono protagonisti e che la narratrice crea per essi affinché l’interazione sia puntuale e pronta a rivelare ogni più piccolo cantuccio dell’animo.
A ciò si accosta anche la descrizione fisica che concorre a rendere completi i protagonisti giostrandoli in una sorta di danza dal ritmo incalzante orchestrato sovente dal dolore, dal male e dall’irrazionalità dell’esistenza pronta a redimersi solo nella sofferenza dell’altrui vita.
I personaggi dunque, riempiono le storie di forte realismo cromatico:il chiaro e lo scuro senza via di mezzo, senza alcun compromesso acciocché per essi tutto si compia poiché è il divenire inestirpabile di una volontà prestabilita a far sì che i destini seguano un iter dominato dall’impalpabile ineluttabilità.
Tutto si compie cercando di acquisire una seppur momentanea cessazione dal dolore al fine di risorgere da circostanze incalzanti e prepotenti…
“Malgrado ogni ragionevole logica, insieme, abbiamo sfidato il mondo e le sue convenzioni.
Non ho mai avuto disagio a vivere il mio amore per te;ma il mondo si può ignorarlo, la morte…no! Ho deciso di beffarla: non attenderò che Lei venga da me; andrò io da Lei e lo farò adesso…Ti ho tanto amato;ed è in nome di questo nostro sentimento che ti chiedo di tacere sulla mia malattia…”
La composizione linguistica è apparentemente semplice in realtà, all’occhio attento, risulta scelta ed accurata, adatta alla situazione che deve rappresentare con precisione chirurgica…”Alla luce della luna, la sua pelle abbronzata sembrava rifletterne il colore: gli occhi scuri come la notte sprigionavano una luce magnetica che mi destabilizzò letteralmente…Quando mi si accostò per sfiorarmi i capelli, fu come se un vento caldo mi avesse investito infuocando tutto il mio corpo.”
L’Autrice, profonda conoscitrice dello stile espositivo, accosta la scelta lessicale alla musicalità della frase che rincorrendosi con la precedente, concorre a formulare un periodare ottimamente orchestrato, quasi fosse una sinfonia.
Ne nasce una narrazione cristallina e scorrevole in cui i personaggi sono inseriti con estrema naturalezza per danzare con la narratrice un piacevole “passo a due”.Particolare interesse rivestono le figure femminili che sono l’elemento dominante dei racconti in cui esse vivono di luce interiore che si irradia nel tessuto narrativo ricordando situazioni moraviane. E’ Moravia, infatti, lo scrittore che ci ha lasciato intense pagine di figure muliebri, tese a vivere intricate vicende da cui escono vincitrici e risorgono a nuova vita. Così, Nadia Angelini percorre la strada dell’animo femminile con intuizione psicologica che porta il personaggio in tutta la sua centralità e voglia di vivere…”Angela aveva fatto la sua scelta col cuore colmo d’amore.
Si era posta dinnanzi i mille interrogativi ai quali sentiva di dover coscientemente rispondere, tuttavia di fronte alle mille rinunce, alle quali si accingeva a sottostare, non era mai stata preda di timori.
La sua fede ferma e la sua vocazione avevano radici profonde e serene.”.
Altro tema caro all’Autrice è quello dell’amore che non si presenta sdolcinato e stucchevole bensì ricco di sfumature di notevole pennellata che per la sua precisione riporta al mondo tardo romantico…”Non mi vergogno ad ammetter che a lui, regalai la mia prima intimità di donna, che tra le braccia di quello splendido uomo, io conobbi l’ebbrezza esaltante dell’amore. Gli donai tutta me stessa, con la dolcezza di cui ero capace ed il desiderio che lui sapeva accendere in me, soltanto pronunciando il mio nome.”
La natura è invece vista con quell’occhio che Kafka aveva verso il mondo che lo circondava…”Il panorama che sfilava veloce davanti a me era desolato: alberi spogli mostravano rami simili a fantasmi che si ergevano sulla campagna brulla ed innevata…”
La solitudine, miserevole compagna dell’umana esistenza, è pronta a tormentare ed a racchiudere l’individuo in una scatola dove è semplice entrare ma difficoltoso uscirne…” E la mente lo portò a giorni ben più lieti, ad anni che non potevano essere raggiunti se non in virtù di ricordi che caparbiamente non si sbiadivano e che sempre lo venivano a sorreggere, quando la sua solitudine gli appariva più cupa e desolante che mai. ”Ed ancora…”Ma non esiste al mondo un luogo dove curare la spasmodica attesa del nulla, non c’è ricordo che possa appagare, se non momentaneamente, questa sete di amore che ha l’animo. Non c’è rifugio alla sorda malinconia, che opprime più del dolore fisico, non c’è rimedio alla cupa aspettativa di ogni giorno che, per bene che vada, sa offrirti soltanto un altro ieri!”
In conclusione, Fragmenta è un libro non solo da leggere ma anche da meditare profondamente, affinché ciò che regola la nostra vita sia compreso fin nelle più profonde radici.
Maddalena Rispoli
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