Scrivo girando per la città, se mi siedo, perdo parole e pensieri
Carlotta Clerici
«A tutte noi». Comincia con una dedica significativa all’universo femminile «Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza. (Poesie per gatte governate da Saturno)», ultima opera (a tratti) illustrata di Francesca Genti, appena uscita per HarperCollins: testimonianza di un lavoro di indagini dell’anima lungo vent’anni e che raccoglie testi già pubblicati e inediti. Un viaggio con centinaia di poesie per sviscerare il pianeta donna: da «Mi provo i trucchi della Rinascente» a «Quanta Fanta è passata sotto i ponti», fino a «Nei tuoi occhi si suicidano le nuvole» o «Meditazione davanti a un piatto di patatine fritte», solo per citarne pochissime.
«Anche la sofferenza ha la sua data di scadenza» raccoglie il best off della Genti, che scrive poesie da 20 anni, e alcuni inediti divisi per sezioni da «Bolle di sapone» per l’infanzia alle Preghiere che sono «una forma di poesia corale, collettiva. E’ un io che cresce e si espande» racconta. La sua «Ave Maria» è una preghiera laica che le è venuta in mente girando per Milano. Così come «In questo oscuro andare nella notte». «Spesso le poesie le scrivo girando per la città. Mi faccio molto colpire dalle cose che vedo. Se sto seduta al tavolo non trovo ispirazione» sottolinea. E c’è anche molta ironia nelle sue poesie come si vede dal titolo della raccolta. «E’ un registro che uso e amo in tutti i poeti», spiega la Genti, 43 anni, che ha fatto la paroliera per i Baustelle (ho scritto – dice – la canzone Dark Room per l’album Amen) e ha una piccola casa editrice, Sartoria Utopia, dove confeziona a mano tirature limitate.
Continua a leggere: Francesca Genti – La Ventisettesima Ora – Corriere della Sera
Comments