Candidata Ps visita la periferia, ma Sarkozy ancora non ce la fa
Clichy sous Bois, 27 feb. (Apcom) – “Voi non siete il problema, ma una parte della soluzione ai nostri problemi”: lo ha detto oggi Segolene Royal ad alcuni giovani, mentre si trovava in visita a Clichy-sous-Bois, alla periferia di Parigi, epicentro della ‘rivolta delle banlieue’ che proprio a partire da questo sobborgo infiammò la rivolta degli immigrati nell’autunno 2005. Madame Royal è venuta in periferia oggi e ha firmato un “contratto sociale e cittadino” in favore degli abitanti delle banlieus, come proposto dal collettivo “AC Le Feu” a tutti i candidati delle presidenziali del 22 aprile. La candidata socialista ha firmato il documento, ma ha lasciato da parte una ventina di proposte ritenute “irrealizzabili”. Si tratta di un patto di 105 proposte “concrete”, nato dopo gli scontri di due
anni fa, su nove temi come il lavoro, le discriminazioni, la casa, l’insicurezza. Si tratta di una mossa comunque importante perchè obbligherà tutti gli altri candidati a schierarsi a favore o contro. Ac Le Feu (acronimo della Associazione Collettivo libertà, uguaglianza, fraternità, insieme, uniti) è un’associazione nata appunto dopo il novembre del 2005 per tutelare gli abitanti delle periferie; in tutta la Francia ha raccolto oltre “ventimila denunce” depositate in Parlamento, e ha proposto un “patto sociale per i cittadini” a cui per ora avevano aderito solo i candidati presidenziali dei partiti di estrema sinistra. Royal invece si presenta come pragmatica, rifiutando alcune proposte ‘estreme’, ma paladina dei giovani e degli immigrati, perchè comunque firma la piattaforma. Una mossa che il suo entourage, per il massimo effetto, aveva lasciato in dubbio fino all’ultimo. La visita nelle banlieus di Royal avviene mentre il suo principale avversario, il leader Ump Nicolas Sarkozy, tenta di organizzare da settimane un passaggio nelle aree fortemente popolate da immigrati, lui che nel 2005 si era fatto odiare per avere definito i rivoltosi “racaille”, ovvero “feccia”. I ‘quartieri-dormitorio’ delle grandi periferie cittadine sono abitati a grandissima maggioranza da francesi di origine immigrata, per lo più dalle ex colonie del Maghreb; la popolazione è molto giovane, la disoccupazione altissima, il degrado forte e la violenza sempre pronta a scoppiare. “Fate parte integrante della nazione”, ha insistito Segolene Royal, davanti a decine di giovani venuti ad accoglierla a Clichy sous Bois, 28 mila abitanti a nord-est di Parigi, al grido di “Ségolène présidente”. “Ho voglia che voi riusciate. Ho bisogno di voi in questa nuova Francia che sorge. Ho fiducia nei vostri talenti, nella vostra generosità. Potete fare molto per la Francia”. La sua visita è iniziata deponendo un mazzo di fiori davanti alla lapide dedicata a Bouna Traore e Zyed Benna, i due giovani, rispettivamente 15 e 17 anni, morti fulminati in una cabina dell’elettricità, mentre tentavano di sfuggire alle forze dell’ordine. Una morte che ad ottobre 2005 ha innescato le folli violenze dell’autunno caldo 2005. I parenti delle due vittime hanno assistito alla cerimonia, sotto la pioggia. Royal ha poi incontrato un’associazione di donne che aiuta i giovani in difficoltà. Ha detto loro di voler battersi per reintrodurre delle misure di sostegno ai genitori e la figura del poliziotto di quartiere, soppressa dal ministro dell’Interno, Nicolas Sarkozy. Soprattutto, Royal c’è. Al contrario di Sarkozy: nelle ultime settimane il ministro ha fatto annunciare diverse volte la visita in un quartiere difficile o in un altro, sempre però annullate all’ultimo momento. Il suo entourage gestisce la vicenda negando che questi spostamenti siano stati annullati per motivi di sicurezza; mentre i mezzi di comunicazione ritengono che la difficoltà stia proprio nell’organizzare una visita in cui il ministro non rischi quantomeno di essere insultato e fischiato.
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