Secondo me, la vita, col suo lato animale-femmina, prende certuni dei suoi piccoli per il collo per portarli a spasso, come fanno le gatte avvedute e affettuose (il che ti promette un’esistenza abbastanza comoda). Oppure per la schiena. E in questa posizione squilibrata, cercando la caduta come un riposo, si trovano parecchi dei nostri contemporanei. O per una zampa, e dimentichiamo gli intrappolati, i grandi infermi e i poeti. Dimentichiamoli. Il che, peraltro, è stupido: non dimenticherò mai la poesia. E’ l’unica cosa che ho amato e non ho mai saputo farne.
E il nuovo linguaggio, e l’incomunicabilità, e il latte della tenerezza umana, talora risorto. Di rado. E a volte un viso meraviglioso. e la vita folle l’ho sempre considerata una bestia feroce, follemente materna.
Françoise Sagan
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