Ti ho amato fratello mio
eri al mio fianco ma non ti vedevo,
sono caduto, mi hai raccolto.
Hai curato le mie ferite
e sopportato i miei umori.
Hai ascoltato i miei lamenti
e scovato le mie debolezze.

Ti ho amato fratello mio
eri al mio fianco e non t’ho lasciato andare.
Ero in piedi e mi hai ammirato.
Ero sano e mi hai goduto.
Alle mie passioni attento il tuo pensiero.
Hai esultato con la mia anima
e coperto di dignità la mia miseria.

Fratello amami!
Non temere!
Non mi approprierò mai di te.
Ti lascerò andare per vederti tornare
o per non vederti mai più.

Fratello amami!
Libero di vagare sei nell’Universo
giacchè ti fu concesso.
T’aspetterò alla casa del Padre.
Sai, c’è sempre un Padre per noi figli.

Rossi Anna – suo scritto datato: 2 ottobre 2006

“Ogni solitudine universale ci impone la riconciliazione con i nostri fratelli. Trattasi di un richiamo ineludibile che i santi e tutte le persone di buona volontà ascoltano con particolare attenzione. In questo tempo di indifferenza, poggiato sul baratro del male ed ai confini del bene, il mio appello sorge quasi improprio. Nel contempo desidero far parte di quelle semplici sentinelle che non vogliono far passare il profitto dell’abbandono. L’istante che riduce l’uomo alla sua unicità non può essere una virgola di solitudine terrestre. Siamo tutti chiamati a rispondere del tutto”.

Anna Rossi
03/02/2009

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