(ANSA) – LONDRA, 11 NOV – Per la prima volta, il numero delle donne che fanno parte dei Consigli di Amministrazione delle 100 maggiori societa’ britanniche quotate in Borsa ha superato il muro di cento. Per l’esattezza sono 101, ma soltanto una – Marjorie Scardino, Pearson Group, a cui fa capo il Financial Times – e’ amministratore delegato.
Malgrado il balzo in avanti del 20% rispetto all’anno precedente fatto dalla presenza femminile, sono ancora 32 le aziende del listino FT-100 che non hanno alcun rappresentante del gentil sesso nei loro Cda. Il risultato emerge da una indagine resa nota oggi e realizzata dalla Cranfield School of Management. In base alla ricerca gli ‘executive director’, cioe’ i membri del Cda con funzioni esecutive, di sesso femminile sono ancora ampiamente assenti: pur essendo arrivati a 17 (da 2) si tratta pur soltanto del 3,5% del totale. Le ‘executive director’ sono inoltre concentrate in 13 societa’, tra cui la banca Abbey, il gruppo di distribuzione Marks & Spencer e Pearson. Tra le aziende con Cda tutti al maschile figurano invece la banca d’investimento Schroders e il gruppo editoriale Daily Mail& General Trust. La palma alle societa’ con la maggiore rappresentanza femminile ai vertici e’ stata assegnata a due gruppi: AstraZeneca e Marks & Spencer, ciascuno dei quali vanta, per la prima volta, quattro donne ‘director’, pari ad un terzo dei rispettivi Consigli di amministrazione. Il ministro britannico del Commercio e dell’Industria, Patricia Hewitt, ha osservato che la presenza delle donne nei Cda non puo’ che contribuire al successo delle aziende: ”La ricerca evidenzia come le societa’ con un buon mix al vertice abbiano standard migliori di governo societario (corporate governance) e tendano ad essere tra le maggiori in termini di capitalizzazione di mercato”.
Ma, secondo Hewitt, la strada da percorrere e’ ancora lunga: ”Anche quest’anno soltanto l’8,6% dei membri dei Cda delle aziende incluse nel listino FT-100, sono donne e cio’ non e’
rappresentativo del loro personale ne’ della loro clientela”.
Alcuni settori, come quello minerario, immobiliare e dei servizi software, rimangono bastioni maschili per quanto riguarda la presenza femminile nei Consigli di amministrazione mentre settori come quello bancario, della distribuzione o delle utilities hanno donne nei Cda. (ANSA).
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