(AGI/REUTERS/AFP) – Londra, 11 set. – Il mondo politico e le organizzazioni ambientaliste hanno reso omaggio alla fondatrice della catena di cosmetici ecologici ‘Body Shop’, Anita Roddick, morta ieri all’eta’ di 64 anni per una grave emorragia cerebrale. “Sara’ ricordata per la sua grande campagna ambientalista ma anche come una grande imprenditrice che e’ stata un esempio per tutte le donne del Paese”, ha ricordato il primo ministro britannico, Gordon Brown. Il direttore esecutivo di Greenpeace, John Sauven, amico personale della Roddick, ha detto che i principi ecologici di Body Shop hanno tracciato una via per l’etica ‘verde’ che le maggiori aziende hanno sposato di recente. “Anita ha anticipato i tempi”, ha sottolineato Sauven, “sostenendo, decenni fa, la difesa dell’ambiente su cui le altre compagnie si sono concentrate da poco”. Anita Roddick fondo’ la catena Body Shop, nel sud dell’Inghilterra, nel 1976, vendendo saponi e profumi realizzati con ingredienti naturali, dando vita a un marchio che divenne simbolo di un business eco-sostenibile. Figlia di immigrati italiani, la Roddick riusci’ a creare un vero e proprio impero con oltre 2.000 punti vendita e piu’ di 77 milioni di clienti in 51 diversi mercati. Lo scorso anno aveva venduto la sua quota di Body Shop alla francese L’Oreal, riuscendo comunque a mantenere lo spirito ecologista e l’identita’ ‘verde’, sconfessando quelli che si erano detti contrari alla proprieta’ di una grande azienda industriale. Il motto della Body Shop era: “Dedicare il nostro business alla conquista del cambiamento della societa’ e dell’ambiente”. La Roddick aveva detto di essersi ispirata alla parsimonia della madre durante la seconda guerra mondiale nella sua campagna per l’ecologia. “Riutilizzavamo tutto, ricaricavamo tutto e riciclavamo tutto cio’ che potevamo”, aveva detto la fondatrice di Body Shop. All’inizio dell’anno aveva rivelato di avere problemi al fegato dopo aver contratto l’epatite C oltre 35 anni fa e aveva iniziato a battersi per sostenere le persone affette dallo stesso male. La donna era stata contagiata da una trasfusione di sangue durante il parto della sua figlia minore, Sam, nel 1971. Ricoverata all’ospedale St Richard di Chichester, dopo un improvviso mal di testa, “Anita Roddick e’ morta mentre suo marito Gordon e le sue figlie, Sam e Justine erano accanto a lei”, ha precisato la famiglia in una nota.
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