Obbligate ad almeno 8 rapporti al giorno con lavoratori forzati Roma, 24 gen.
(Apcom) – Non ci sono nè foto, nè nomi, solo unoschedario ingiallito sul quale sono scritti i numeri anonimi diprigionieri, date di nascita e l’orribile quanto pratico termine’donna bordello’ in inchiostro nero sul retro di ogni scheda. Moduli che testimoniano la reale esistenza delle “schiave del sesso” nei campi di concentramento, un'”invenzione” di Heinrich Himmler, il capo delle Ss, uomo di fiducia di Adolf Hitler – scrive oggi il quotidiano britannico “The Independent” – pensata per incentivare i lavoratori forzati, ma anche per combattere la diffusione dell’omosessualità tra i prigionieri maschi. Le schede accatastate sui tavoli dell’ex autorimessa della polizia segreta di Hitler, provano uno degli aspetti “più sordidi e meno conosciuti” della dittatura nazista descritto in una mostra inaugurata una settimana fa a nord di Berlino, nel museo del campo di concentramento femminile Ravensbrueck, in Germania. Centinaia di donne, ritenute “elementi anti-sociali” dal regime, venivano arrestate, rinchiuse nei lager e obbligate a prostituirsi in 10 campi di concentramento, tra cui anche Auschwitz, tra il 1942 e il 1945. Alcune celle erano riservate ai rapporti. I capi delle Ss promettevano loro di liberarle dopo sei mesi di “schiavitù”. Ammessi alcuni privilegi: cibo fresco,vitamine e vestiti eleganti. La ‘sessione’, almeno otto uomini al giorno ciascuna (che arrivavano a 20 nei weekend), non dovevadurare più di 20 minuti ed era controllata da una guardia delle Ss tramite lo spioncino. Anche gli omosessuali erano obbligati ad avere rapporti con le donne.
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