(ANSA) – TOKYO, 20 OTT – Giorni finali e di convulsa attesa in Giappone per il verdetto che sta per pronunciare una commissione ad hoc del governo sul tema cruciale della successione imperiale, non piu’ riservata come finora, eccetto rare e controverse eccezioni, ai soli maschi ma aperta alle donne. Un tema che, a seconda delle soluzioni, puo’ trasformare radicalmente l’immagine della istituzione imperiale, uno dei caratteri distintivi dell’identita’ nazionale. A quanto si sa da fughe di notizie e da scarne dichiarazioni rese dal presidente della commissione, le varie ipotesi esaminate si sono ridotte, dopo sofferte e accese discussioni tuttora in corso, a tre: una ‘innovativa-progressista’, la seconda ‘realista’, l’ultima tradizional-conservatrice. Con un chiaro orientamento di maggioranza per la ‘realista’. La commissione dovrebbe dunque raccomandare al governo che, in caso di necessita’ e quando siano impossibili altre vie, la successione al trono sia consentita alle donne. ”La cosa importante e’ assicurare la stabilita’ della successione dinastica”, ha detto piu’ volte il presidente della commissione, secondo il quale la donna-imperatore sara’ imperatore a tutti gli effetti e a vita, con il diritto di trasmettere il trono alla sua discendenza. E’ la situazione che si e’ venuta a creare in questo momento storico: i due figli maschi della coppia imperiale Akihito-Michiko hanno solo eredi femmine e all’orizzonte non si intravedono ‘miracoli’. La principessina Aiko (figlia dell’amore), nata nel dicembre 2001 da Masako, consorte del principe ereditario Akihito, potra’ dunque essere la prima vera donna-imperatore del Giappone dopo il regno del padre. L’ipotesi ‘realista’ delude i sostenitori dell’ipotesi innovativa-progressista, fondata sulla parita’ uomo-donna e assegna alla successione femminile il ruolo di ruota di scorta in casi estremi. Ma costituisce comunque una novita’ rispetto alle donne-imperatore registrate in meno di una decina di casi nella millenaria storia della dinastia del crisantemo, salite al trono in circostanze eccezionali e per poco tempo. I giochi, tuttavia, non sono ancora fatti all’interno della commissione ad hoc, dove rimangono forti le resistenze dei ‘tradizional-conservatori’. ”L’accesso al trono in via eccezionale alle donne e’ il primo passo per la distruzione del sistema imperiale giapponese. E’ inaccettabile – ha detto in una recente intervista un loro esponente – Per mantenere il carattere di unicita’ della famiglia imperiale giapponese l’accesso al trono deve essere limitato ai maschi. In passato, quando non c’erano eredi maschi si ricorreva, ad esempio, al sistema dell’adozione, scegliendo tra i nobili legati in qualche modo alla famiglia imperiale. Questa nobilta’ e’ stata abolita pochi anni dopo la seconda guerra mondiale, ma si puo’ ricostituire. Anche perche’ con l’imperatore donna si pone il problema gravissimo, e di fatto insormontabile, di quale marito scegliere per assicurare la continuita’ dinastica”. Un problema che suona, orecchi stranieri, un po’ come le discussioni sul sesso degli angeli. Ma non lo e’ in Giappone per i seriosi membri della commissione ad hoc. ”In effetti – ha ammesso un esponente della corrente ‘realista’- il problema di quale consorte dare alla donna imperatore esiste ed e’ serio. Ma le soluzioni si possono trovare, non e’ vero che sia un ostacolo insormontabile”.
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