La Nuova Africa. La scrittura delle donne a cura di R.M.Gandini e S.Scagliotti, edizione realizzata dal gruppo Donne e Sviluppo (Torino 1991), con il contributo della Consulta femminile della regione Piemonte.
Questo gioiello – mi ha detto – giaceva sul fondo di uno scatolone, destinazione discarica comunale. Pare che un po’ di tempo fa, facendo ordine in una delle sedi della Regione Calabria per un trasloco imminente, qualcuno l’avesse messo tra le fotocopie e le vecchie scartoffie da buttare. Distrattamente.
Voci di donne nell’Africa francofona, scrittrici magrebine, la scrittura della speranza, la speranza di scrivere, Werewere Liking, Aminata Sow Fall, Ken Bugul, Tanella Boni, Sakinna Boukhedenna, Nina Bouraoui, Assia Djebar, Leila Houari, Yamina Mechakra, Ken Bugul e altre ancora nella spazzatura…Un’iniziativa editoriale di donne, come strumento di comprensione del patrimonio culturale del mondo femminile africano, nella spazzatura senza troppo pensarci.
<Una donna che scrive vale il suo peso in dinamite> ha affermato il noto scrittore Kateb Yacine […].
La donna che scrive, oltre ai problemi editoriali di per sé problematici, deve affrontare anche qualcosa di piu’ complesso e escluso. Perchè riguardano la società, la storia e la funzione dei fantasmi immaginari della società e della storia, le opere delle donne sembrano minacciose e dissacranti anche quando, oggettivamente, non lo sono. La scrittrice algerina Assia Djebar ha detto: <Scrivere alla prima persona del singolare, e della singolarità, provoca minacce simboliche…Ogni donna scrittrice che s’inoltri ardita in questo campo prende il rischio di accorgersi quanto il terreno sia minato>. Decisamente, la parola della donna torna sull’immagine di una battaglia dove, su un terreno minato, la donna a sua volta si trasforma in mina. Dinamite che puo’ causare una deflagrazione semantica. Spesso infatti non è la sua opera in quanto tale che disturba l’ordine del silenzio virtuoso ma <il peso della donna che scrive>”” ( Maghreb: donne che scrivono, di Toni Maraini in La Nuova Africa.La scrittura delle donne, pag.41)
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