Le donne varesine pronte a scendere in piazza
Una cosa è certa: a Milano, il 14 gennaio, saranno in tante. Tantissime. E sarà un po’ come tornare indietro nel tempo quando si sfilava a braccia alzate e dita unite al grido “Io sono mia”.
Di anni ne sono passati parecchi, oltre trenta, e indietro non si può tornare. Non si può e non si deve. Lo diranno donne, ma anche uomini, che hanno aderito all’appello lanciato dalla giornalista Assunta Sarlo in difesa della 194, la legge che disciplina l’aborto e di cui si è tornati a discutere in Parlamento.
Anche a Varese il dibattito è cominciato e al primo posto nelle cose da fare c’è l’organizzazione della trasferta a Milano, il 14 gennaio, giorno della manifestazione nazionale.
«All’incontro di lunedì 19 nella sala della Cooperativa di Belforte c’erano molte donne, più di quanto ci aspettassimo – dice Ivana Brunato -. Un gruppo che non vuole avere nessuna connotazione politica, un gruppo che crede prima di tutto nel diritto alla libera scelta, all’autodeterminazione. Il resto, appartenere a questo o a quel partito a questo o quel movimento, poco importa.
Noi dobbiamo prima di tutto “uscire dal silenzio” come dice lo slogan dell’organizzazione cui aderiamo, far sentire la nostra voce. Tra le nostre priorità c’è quella di organizzare la manifestazione, rimettere in piedi collegamenti e una rete di rapporti che si era un po’ persa. Andare a sollecitare – continua Ivana Brunato – non solo le donne che da sempre sono in prima linea nelle battaglie civili ma anche le studentesse, le donne meno impegnate che vedono lesi i loro diritti e la possibilità di scegliere liberamente». Tra le priorità decise nel corso dell’incontro c’è anche quella di adattare il testo dell’appello alla situazione di Varese.
E non è tutto: è stata convocata un’altra riunione il 9 gennaio, sempre alle 21,00 alla Cooperativa di Biumo Inferiore e Belforte, per organizzare sia la campagna di comunicazione sia l’adesione concreta alla manifestazione nazionale.
«Tutte le donne presenti – si legge in un comunicato dell’Arci – si sono dimostrate concordi nell’affermare che la legge 194 è una buona legge, frutto della grande stagione di mobilitazione delle donne negli anni ’70 e che simbolicamente rappresenta il riconoscimento del diritto all’ autodeterminazione. Le donne hanno usato questa legge con grande saggezza tanto che le interruzioni volontarie della gravidanza sono diminuite di più del 40%. Fondamentale è stato l’apporto dei consultori familiari, anche se con il tempo sono stati depotenziati, compresa la provincia di Varese, creando spesso situazioni di disagio e difficoltà. Obiettivo del comitato sarà quindi anche quello di informarsi sulla situazione dei consultori in provincia, per tutelare il loro corretto funzionamento Si tratta di una questione più che mai importante per le donne, che costituiscono il 95% dell’utenza».
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